Le discussioni sul metodo storico non riguardano solo gli addetti ai lavori: oggi, più che mai, riguardano tutti. Da decenni gli scettici postmoderni sostengono che è impossibile distinguere in maniera rigorosa tra
verità e finzione, perché la storia s’identifica con la retorica. Ma di quale
retorica si tratta? Questo libro dimostra che lo scetticismo postmoderno
s’ispira allo scritto giovanile di Friedrich Nietzsche sulla verità e la menzogna, pubblicato postumo, in cui la retorica veniva, contro Aristotele,
vigorosamente contrapposta alle prove. Nella tradizione fondata da
Aristotele e trasmessa da Quintiliano a Lorenzo Valla, il nesso tra retorica
e prove è invece centrale. E la dimostrazione della falsità della donazione
di Costantino da parte di Valla rappresenta, nell’epoca delle fake news, un
punto di riferimento più che mai attuale.
Uno storico che rinunci a distinguere il vero dal falso sulla base di
prove farà bene a cambiare mestiere. Ma il mestiere dello storico non finisce qui. La distinzione tra le due versioni della retorica apre la strada a
una lettura inattesa delle opere d’immaginazione. Chi legge si troverà di
fronte a testimonianze diversissime: la violenta denuncia del colonialismo europeo da parte del capo di una rivolta indigena, inserita nell’opera di un gesuita francese del Settecento; lo spazio bianco dell’Educazione
sentimentale in cui Proust vide il culmine dell’intera opera di Flaubert; il
tortuoso itinerario che condusse Picasso verso le Demoiselles d’Avignon.
Da queste opere emerge una rete di rapporti di forza che le rese possibili:
un’esperienza di lettura a distanza che ci riporta al presente.
Carlo Ginzburg (Torino 1939) ha insegnato all’Università di Bologna, alla UCLA, alla Scuola Normale di Pisa. Tra i suoi libri, tradotti in più di venti lingue: I benandanti (1966); Il formaggio e i vermi (1976, nuova ed. 2019); Indagini su Piero (1981, nuova ed. 1994); Miti emblemi spie (1986); Storia notturna (1989, nuova ed. 2017); Rapporti di forza (1990); Occhiacci di legno (1a ed. 1998); Nessuna isola è un’isola (2002); Il filo e le tracce. Vero falso finto (2006), Paura reverenza terrore (2015); Nondimanco. Machiavelli, Pascal (2018). Ha ricevuto vari premi, tra cui: l’Aby-Warburg-Preis (1992), il premio Feltrinelli per le scienze storiche (2005), l’Humboldt-Forschungspreis (2008), il premio Balzan per la storia d’Europa (1400- 1700) (2010), il premio èStoria (2019), il premio Tomasi di Lampedusa (2019), il premio Francesco De Sanctis alla carriera (2019). Con Quodlibet ha pubblicato la nuova edizione di Occhiacci di legno (2019), Il giudice e lo storico (2020, prima edizione 1991) e Giochi di pazienza. Un seminario sul "Beneficio di Cristo" (con Adriano Prosperi, 2020, prima edizione 1975).