«Immaginò nobili imprese, aspirazioni elette, e con passo sicuro s’incamminò lungo la Prospettiva Nevskij».
Una storia comune è il primo romanzo
che Gončarov scrive, nel 1847, dove
già si delineano i temi dell’indolenza
rinunciataria e della fatalità che torneranno
nel suo più famoso Oblomov. È la storia
del giovane aristocratico Aleksandr Aduev
che dalle sue terre (ricordate poi come
idilliaco paradiso rurale) si trasferisce a San
Pietroburgo, dove sogna l’amore pieno e
romantico, che viene amaramente smentito,
anche nel confronto con il pragmatismo
disilluso dello zio Pjotr che lo ospita.
Il racconto, tutto impalpabilmente comico,
si capovolge a sorpresa nella parte finale.
Di questo romanzo il grande Lev Tolstoj
dice: «Una delizia, leggetelo tutti... con esso
si impara a vivere».
E. C.
Ivan A. Gončarov (1812-1891) è uno dei più grandi scrittori tra i grandi scrittori russi dell’Ottocento. Funzionario ministeriale, colto e conservatore, condusse una tranquilla vita da scapolo nella San Pietroburgo dell’arretrata Russia zarista del tempo, interrotta solo da un lungo viaggio in nave attorno al mondo per una missione commerciale, che raccontò nel libro La fregata Pallada. Traduttore di Goethe e Schiller, il suo capolavoro indiscusso è Oblomov (1859).