«Ti scrivo solo un magro biglietto, per ricordarti che esisto e che soprattutto tu esisti in me: esisti tanto da essere l’ideale destinatario di quasi
tutto quello che scrivo. Spero di esserlo un poco anche io per te, anche
se non possiedo la tua formidabile ed esplicita, sempre, reattività.» Le
parole che nel 1961 Pier Paolo Pasolini scriveva a Franco Fortini anticipano (e spiegano) il fascino ed il rilievo di questo libro che nel ’93, un anno
prima della scomparsa, Fortini dedicò all’amico, qui riproposto con un
ampio e puntuale apparato di note ed una postfazione che ripercorre il
dialogo tra i due.
Attraverso Pasolini rappresenta un caso del tutto a sé nel paesaggio della nostra letteratura: vi si mescolano autobiografia e commento esegetico, lettere e versi, epigrammi e recensioni, con una straordinaria profusione di intuizioni critiche e di interpretazioni sulle rispettive opere
in progress e infine sulla «nostra esistenza ossia il senso del nostro essere
al mondo» (così Fortini nell’Introduzione). Come in un duello infinito
che ogni volta affronta a viso aperto le svolte della storia – il ’56, il ’68
– confluiscono in queste pagine, esemplarmente, la passione letteraria e
quella politica, l’amicizia e il dissenso, la metrica e la biografia.
II. Uno scambio di lettere (1954-1966)
III. «La santità del nulla»
Nato a Firenze nel 1917, Fortini ha vissuto in quella città gli anni giovanili, entrando in contatto sia con i protagonisti della stagione dell'Ermetismo, sia con gli intellettuali che prima della guerra hanno fatto la storia della cultura italiana, da Montale a Noventa e Vittorini.
Dopo aver partecipato alla Resistenza in Valdossola diventa redattore del «Politecnico», dal 1948 al 1953 lavora alla Olivetti, per la quale continua a collaborare come copywriter fino agli anni '60; scrive per riviste e quotidiani, tra cui «Officina», «Quaderni rossi», «il manifesto» e il «Corriere della Sera». Nel 1985 gli è stato conferito il Premio Montale - Guggenheim per la poesia. È morto a Milano nel novembre '94. La produzione di Fortini comprende la saggistica, la poesia, la narrativa, sceneggiature, traduzioni in versi ed in prosa dal francese e dal tedesco.
La sua opera poetica è raccolta in Fortini Fortini, Tutte le poesie (Oscar Mondadori, 2014); un’antologia degli scritti saggistici è in Saggi ed epigrammi (Mondadori, 2003). Nelle edizioni Quodlibet sono apparsi I cani del Sinai (2002, 2020), Un giorno o l’altro (2006), Lezioni sulla traduzione (2011), Dieci inverni. 1947-1957 (2018), Foglio di via e altri versi (edizione critica e commentata, 2018), oltre al catalogo ragionato della produzione pittorica e grafica Disegni Incisioni Dipinti (2001). Fortini ha tradotto Flaubert, Eluard, Doblin, Gide, Brecht, Proust, Goethe, Einstein, Queneau, Kafka.