La poesia di Emilio Rentocchini è un evento unico nella storia della poesia italiana del nostro tempo. La sua opera consta essenzialmente di trecento ottave ciascuna scritta per così dire due volte: nel dialetto di Sassuolo e in italiano. Si tratta di ottave perfette secondo la tradizione metrica (ABABABCC) di questa strofe che, dai poemi cavallereschi del Duecento fino al Boiardo e all’Ariosto, appartiene alla poesia epica e narrativa; ma, Rentocchini, con un’invenzione geniale, la strappa dal suo contesto e trasforma ogni ottava in una poesia autonoma di natura essenzialmente lirica. Rentocchini si è calato in questa forma inflessibilmente chiusa fino al punto in cui la costrizione metrica si rovescia in un’inaudita libertà: «non mi sono mai sentito così libero – ha scritto – come quando sono prigioniero dell’ottava». E la versione in lingua non va considerata come una traduzione, ma come parte integrante di una stessa ottava per così dire raddoppiata, «costruita sul labile confine tra le due lingue, con continue incursioni nei due sensi», nelle quali il dialetto e l’italiano «interagiscono e cooperano, talvolta armonizzandosi e talvolta collidendo».
Emilio Rentocchini è nato nel 1949 a Sassuolo e ha insegnato italiano nelle scuole medie della zona. Ha pubblicato tra l’altro Ottave (Garzanti, 2001), Giorni in prova (Donzelli, 2005), Del perfetto amore (Donzelli, 2008), Lingua madre. Ottave 1994-2014 (Incontri, 2016), 44 ottave (Book, 2019). Daria Menozzi gli ha dedicato il documentario Giorni in prova. Emilio Rentocchini poeta a Sassuolo (Vivo Film, 2006).