Catalogo / L’onda trascorrente

L’onda trascorrente
I Canti di Leopardi in Saba, Montale, Sereni e Giudici
ISBN 9788822908711
2022, pp. 224
140x215 mm, brossura
€ 20,00
€ 19,00 (prezzo online -5%)
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Il libro

Questo libro insegue le tracce di Leopardi nelle opere di Saba, Montale, Sereni e Giudici. Un’ampia campionatura, dunque, che dagli interventi critici e dagli scritti autoesegetici si estende alla produzione in versi, illustrando di volta in volta i punti d’incontro (o scontro) con il pensiero e la poesia di Leopardi.
L’allusione, la polemica, la parodia, le riprese metrico-sintattiche, le citazioni esplicite, nascoste o dissimulate sono le più prevedibili modalità di confronto con il grande poeta ottocentesco. A esse, però, s’affianca qui una costante attenzione al ricorrere di immagini care a Giacomo: le chiuse imposte del Sogno, la mano del finale di A Silvia, l’errar del tuono tra i crinali del Canto notturno, le rive scintillanti della Ginestra. D’altra parte, altrettanto di frequente ritornano – in forme sempre diverse – alcune tra le più celebri figure dei Canti, che siano umane (Silvia, Nerina, Aspasia), divine (le ninfe, le Erinni, Diana), animali (il passero, la greggia) o naturali (la luna, una nuvola che si dilegua e una foglia che cade).
Ma nelle liriche dei quattro poeti l’influsso dei Canti non emerge solo in superficie. Il libro leopardiano agisce infatti nel profondo mediante un fitto, e a volte intricato, sostrato comune di topoi: la morte giovanile e innocente, il canto udito da lungi, lo stormire del vento, l’addio prematuro alla giovinezza, il ritorno al borgo natio, le favole antiche della Primavera, l’attesa vana del dì festivo, la fratellanza tra Amore e Morte e altro ancora. Accanto ai topoi, infine, vi sono i mitologemi. Su tutti, quello della fanciulla germoglio, la Silvia-Persefone: il vero fil rouge o, per riprendere una formula di Saba, il «filo d’oro» di queste pagine. È così che l’«onda trascorrente» dei Canti – stavolta l’immagine è sereniana – dà e trova nuova linfa nella poesia di quattro protagonisti assoluti del primo e secondo Novecento italiano.

Indice
  • Premessa
  • Sigle delle edizioni di riferimento
  • 1. Umberto Saba e i fili d’oro di Leopardi
    • 1.1 Una «stanzetta» triestina
    • 1.2 Il «filo d’oro» di Silvia: le origini
    • 1.3 Un verde germoglio
    • 1.4 «Al fiato della primavera»
    • 1.5 Intermezzo
    • 1.6 Due fanciulli inesperti
    • 1.7 Giovanezza
    • 1.8 Fanciulle, ninfe, passanti
    • 1.9 La brama e una Preghiera
    • 1.10 Aspasia a Trieste
    • 1.11 Un canto «per se stesso» (e altre canzonette)
    • 1.12 Voci, finestre, borghi
    • 1.13 Nuvole e foglie
  • 2. Eugenio Montale «and not much Leopardi»?
    • 2.1 Un volatile color lavagna
    • 2.2 Leopardi e gli altri. Dalle trincee d’Europa alla Roma letterata
    • 2.3 Un astro assente
    • 2.4 Prima e dopo Leopardi
    • 2.5 Mnemonicità, troppa luce e troppa polvere
    • 2.6 «E lo pensava anche il Leopardi»
    • 2.7 Filantropi e quattrini
    • 2.8 Arletta, Ezekiel e una «mano diaccia»
    • 2.9 Ancora su alcuni topoi e scenari leopardiani
    • 2.10 «Un sufolo bizzarro»
  • 3. Vittorio Sereni. Una connaturata intonazione
    • 3.1 Il terreno di Leopardi
    • 3.2 Foglie, colori, raggi lunari
    • 3.3 Sogni estivi e Angeliche pensose
    • 3.4 Solitudine, idillio, fabbrica
    • 3.5 Tableaux leopardiani
    • 3.6 Un canto notturno
    • 3.7 Vento e ritorno
    • 3.8 Carboni irti al sole e rive sfavillanti
    • 3.9 «Tra le perse primavere»
    • 3.10 Diana
    • 3.11 Proserpina
    • 3.12 Un’erinni, Tenochtitlàn, farfalle e baratri
  • 4. Giovanni Giudici. Il leopardismo del bricoleur
    • 4.1 Un ragazzo di Recanati
    • 4.2 Gestione ironica, bricolage, naturalezza
    • 4.3 Un cavaliere-cantore
    • 4.4 La stazione di Pisa e un «commendatore»
    • 4.5 La «parte» e le «ore» migliori
    • 4.6 Setter, crinali, socchiuse imposte
    • 4.7 Aulla, L’infinito e un luogo di piante
    • 4.8 Parodia, eros (e morte)
  • Indice dei nomi
  • Indice dei luoghi leopardiani
L'autore
Vincenzo Allegrini

Vincenzo Allegrini è dottore di ricerca in Letterature e filologie moderne (Scuola Normale Superiore di Pisa). Si è occupato prevalentemente di intertestualità e semantica leopardiana, dell’eredità di Leopardi nella lirica del Novecento, della presenza della cultura tedesca in Italia tra Sette e Ottocento e dei rapporti, nello stesso arco cronologico, tra filosofia, scienza e letteratura. Nel 2020 ha pubblicato il volume I frantumi della memoria. Percorsi dell’ars reminiscendi da Vico a Leopardi (Pacini Fazzi).

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