«Non c’è più tempo per riconfigurare le ampie porzioni di territorio che si sono sviluppate in modo disperso. In Occidente i tempi delle grandi trasformazioni legate all’esplosione demografica e alla crescita economica sono terminati. In questi territori occorre modificare le infrastrutture, despecializzarle e creare un sistema di reti per la micromobilità».
La rincorsa all’accelerazione, costantemente evocata da progetti quali i treni Hyperloop lanciati dentro tubi pressurizzati, continua a sedurci ancora oggi. Animazioni 3d ci invitano a immaginare un mondo in cui, grazie a tecnologie futuribili, potremo percorrere in tempi
sempre più ridotti distanze sempre più ampie – il tutto coordinato da
ambienti digitali.
Il nostro continuo consumo di spazio attraverso la compressione del
tempo non è più tollerabile, come sostiene il noto professore di sviluppo sostenibile John Whitelegg. I consumi energetici e di materiali
necessari a garantire la mobilità di persone e cose hanno contribuito
e stanno contribuendo ad aggravare le varie crisi che affliggono il
pianeta, dalla perdita di biodiversità alle emissioni di gas nocivi.
Muoverci sempre più spesso e sempre più velocemente, cioè, non
solo va nella direzione opposta a quella tracciata dalla transizione
ecologica, ma negli ultimi decenni ha determinato – soprattutto a
causa dell’automobile – un crescente sviluppo dello sprawl, con una
conseguente perdita della relazione di prossimità, contribuendo a
sviluppare una progressiva atomizzazione sociale. Ecco perché dobbiamo radicalmente cambiare il modo in cui ci spostiamo; ed è in
questo senso che il presente volume, fornendo alcuni tangibili esempi di trasformazione (Mosca, Parigi, Milano, Barcellona), cerca di
delineare le coordinate utili a orientarci nella grande trasformazione
della mobilità contemporanea. Le nuove forme di mobilità devono
infatti diventare una struttura centrale delle nostre città densamente
popolate, ma anche dei territori urbanizzati a bassa densità. Ed è
una sfida che possiamo e dobbiamo vincere – collettivamente.
Federico Parolotto è architetto, senior partner e CEO della milanese MIC-HUB, società di consulenza in pianificazione urbana e dei trasporti che dal 2009 collabora con aziende, istituzioni pubbliche e studi di progettazione in diversi paesi. Con il team MIC-HUB ha partecipato a numerosi progetti di ricerca: tra gli altri, la sezione della mobilità per Arcipelago Italia, il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2018, curato da Mario Cucinella, e la mostra Eyes of the City curata da Carlo Ratti (MIT), dal Politecnico di Torino e dallo SCUT (curatori accademici), all’interno della Biennale di Shenzhen del 2020. Ha collaborato con numerose riviste internazionali e ha partecipato a seminari in varie università internazionali.