Arte e terrore; l’origine del buon gusto e il suo rapporto con la perversione; l’ingresso dell’arte nel Museo e nelle collezioni; la separazione fra artisti e spettatori, genio e gusto; l’apparizione del giudizio critico; in altre parole: la nascita dell’estetica moderna, in un’analisi che parte da un’inedita rilettura dei passi di Hegel sulla morte, o, meglio, sull’«autoannientamento» dell’arte per sfociare in un’originalissima interpretazione della Malinconia di Dürer: ecco il sentiero che ci invita a percorrere questo saggio di insolita ricchezza in cui l’autore è riuscito ad aprire sul problema dell’opera d’arte una prospettiva nuova, che è al tempo stesso un avvincente programma poetico.
Giorgio Agamben è filosofo e scrittore. La sua opera è tradotta e commentata in tutto il mondo. Con il progetto Homo sacer ha segnato una svolta nel pensiero politico contemporaneo.
Tra le sue opere pubblicate da Quodlibet: Categorie italiane. Studi di poetica e di letteratura (2021),
A che punto siamo? L’epidemia come politica (2020), Intelletto d’amore (con Jean-Baptiste Brenet, 2020), Homo sacer. Edizione integrale (2018), Che cos’è la filosofia? (2016), Gusto (2015), Idea della prosa (nuova edizione aumentata, 2002-2013, 2020), L’uomo senza contenuto (1994, 2013), Bartleby, la formula
della creazione (con Gilles Deleuze, 1993, 2012).
Per Quodlibet cura la collana Ardilut.
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