«Non basta più capire le cose nuove che sono successe e che succedono, non basta più aggiornare le conoscenze, occorre qualcosa di più, occorre un diverso modo di pensare, di rapportare la mente alla realtà». Con queste parole di Vittorio Foa si apre Nietzsche a Wall Street, uno studio in dieci saggi dedicato alla trasformazione del capitalismo contemporaneo e delle sue forme simboliche (mutazione antropologica, surrealismo di massa, verosimiglianza come imposizione di forza sistemica). Il titolo del volume è un omaggio, e soprattutto un tradimento intenzionale, a un famoso testo di Mario Tronti, Lenin in Inghilterra. Come questo ormai lontano articolo del 1964, anche Nietzsche a Wall Street chiede di pensare in modo radicalmente nuovo sviluppo e conflitto. E lo fa avendo come alleata una forma di conoscenza apparentemente desueta e, proprio per questo, indispensabile: la letteratura.
Daniele Balicco è ricercatore in Teoria della letteratura presso l’Università di Roma3. Il suo campo di ricerca si colloca a cavallo fra teoria critica (estetica, psicoanalisi e marxismo), letteratura e arte moderna. Fra le sue pubblicazioni: Non parlo a tutti. Franco Fortini intellettuale politico (Manifestolibri, 2006); Made in Italy e cultura. Indagine sull’identità italiana contemporanea (Palumbo 2016); Nietzsche a Wall Street. Letteratura, teoria e capitalismo (Quodlibet 2018). Fa parte del comitato scientifico del «Centro Studi Franco Fortini» di Siena. Collabora con il quotidiano «Il manifesto» e con il blog «le parole e le cose».