Spesso impiegato, ma raramente definito. Questo è lo strano destino del concetto di interesse, tanto in filosofia, quanto nelle scienze sociali. Il termine interesse compare con insistente frequenza in ambito teorico, nel linguaggio della politica, nei media, nella vita di tutti i giorni. È presente a varie latitudini e a vari livelli: dall’interesse e il
disinteresse nei confronti di ciò che ci viene detto, fino agli interessi nazionali e alle questioni di interesse pubblico. Usi tanto vasti e molteplici, da spingere a pensare che l’interesse possa e debba dirsi solo in tanti modi, tra loro eterogenei e forse incompatibili.
Questo lavoro vuole contrastare tale pregiudizio, proponendo una concezione allo stesso tempo unitaria e plurale dell’interesse a partire dal pensiero di John Dewey (1859-1952). Filosofo, pedagogista, psicologo, pensatore politico, nella sua ampia opera Dewey ha mostrato in filigrana come il concetto di interesse possa applicarsi a vari ambiti disciplinari, mantenendo allo stesso tempo un significato stabile e comprensibile. Il volume intende ricostruire la concezione deweyana dell’interest, analizzandone punti di forza e debolezze, e mostrando infine il posto originale che essa occupa in rapporto ai grandi paradigmi dell’interesse: da Adam Smith a Karl Marx, da La Rochefoucauld a Pierre Bourdieu. Emerge così come l’interesse secondo Dewey rappresenti una componente dell’esperienza umana capace di unire quello che la teoria spesso divide: sé e mondo, passione e intelligenza, mezzi e fini, individuo e società.
Matteo Santarelli è assegnista di ricerca presso l’Università di Bologna. Si occupa in particolar modo del rapporto tra filosofia e scienze sociali. Ha pubblicato numerosi articoli in lingua inglese, francese e italiana. Tra le sue pubblicazioni più recenti: John Dewey. A Philosophy for Times of Crisis (2017); Beyond Culturalism: a Deweyan Reading of the Expansion of ‘Ndrangheta (2016). Ha curato assieme a Roman Madzia il numero monografico di «Pragmatism Today», 8, 1, 2017, dedicato al rapporto tra scienze cognitive e pragmatismo.