Walter Benjamin, Hans Kelsen, Leo Strauss, Karl Löwith e Jacob Taubes sono i cinque filosofi che i curatori di questo volume hanno scelto di porre sullo sfondo del comune riferimento critico a Carl Schmitt. Si tratta di protagonisti indiscussi del Novecento filosofico e, allo stesso tempo, di testimoni in prima persona dei suoi drammi e delle sue tragedie.
I saggi qui raccolti, corredati di un commento che ne illustra il contesto storico e teorico, testimoniano l’incidenza che il pensiero di Carl Schmitt ha avuto su alcuni degli intellettuali più acuti del Novecento ebraico-tedesco, in una forma che va dall’ammirazione critica, come nel caso di Benjamin, Strauss e Taubes, al rifiuto netto, come in quello di Kelsen e Löwith.
L’inedito accostamento tra questi testi permette di cogliere come ciascuno di questi filosofi abbia individuato nella critica della teologia politica di Carl Schmitt il varco attraverso cui penetrare nella dimensione più ambigua e ideologica del suo pensiero, avviando così un lavoro di attenta discussione critica della sua concezione della sovranità.
Un tipo di approccio critico, quello sviluppato da questi autori, che in un tempo come il nostro si rivela più che mai prezioso, dal momento che i demoni della sovranità e delle teologie politiche che la nutrono sono tornati a calcare minacciosamente la scena della nostra contemporaneità.
Hans Kelsen (Praga, 1881 – Orinda, California, 1973) è stato uno dei maggiori filosofi del diritto del xx secolo. Fu tra i redattori della Costituzione austriaca del 1920. Dopo aver insegnato alle Università di Vienna, di Colonia e di Praga, fu costretto, a causa della persecuzione nazista, a trovare rifugio a Ginevra. Nel 1940 si trasferì negli Stati Uniti, dove insegnò per una breve parentesi ad Harvard, e poi all’Università della California di Berkeley. La sua «teoria pura del diritto» è ancora oggi uno dei punti di riferimento imprescindibili per la riflessione filosofico-giuridica. Tra le sue opere più note: Lineamenti di dottrina pura del diritto (1934), La pace attraverso il diritto (1943), Società e natura (1943), Teoria generale del diritto e dello stato (1945), Il problema della giustizia (1953), I fondamenti della democrazia (1955), La dottrina pura del diritto (1960), Teoria generale delle norme (pubblicata postuma nel 1979) e Religione secolare (pubblicata postuma nel 2012).
Leo Strauss (1899-1973), nato in Germania ed emigrato negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni naziste contro gli ebrei, è una delle figure di spicco della filosofia politica del Novecento. Sagace studioso dei classici, da Platone a Hobbes, da Maimonide a Spinoza (solo per citare alcuni dei suoi autori di riferimento), ha elaborato celeberrime tesi sulla scrittura reticente e sulla crisi della modernità politica e filosofica. Tra le sue numerose opere tradotte in italiano ricordiamo Gerusalemme e Atene (Torino, 1998); Le “Leggi” di Platone (Soveria Mannelli, 2006); La città e l’uomo (Genova, 2010).
Jacob Taubes (1923-1987), discendente da una famiglia di rabbini e rabbino egli stesso, dopo gli studi in filosofia e storia a Basilea e Zurigo (dove la famiglia si era trasferita da Vienna per sfuggire alla persecuzione nazista) si laureò nel 1947: la sua tesi di dottorato fu proprio questa Escatologia occidentale, l’unico libro da lui pubblicato. Insegnò a lungo sia negli Stati Uniti (a Harvard, Princeton e per dieci anni, dal 1956, alla Columbia University) sia a gerusalemme (dal 1951 al 1953 all’Università ebraica, sotto il patrocinio di Gershom Scholem). nel 1961 venne chiamato alla Freie Universität di Berlinodove dal 1966 divenne ordinario di giudaistica. Nello stesso periodo tenne numerosi seminari alla Maison des Sciences de l’Homme di Parigi e partecipò attivamente al movimento studentesco. Gli ultimi anni della sua vita furono segnati da crisi fisiche e psichiche. Riposa nell’Israelitischen Rriedhof di Zurigo. Tra i suoi libri pubblicati in italiano ricordiamo, presso Adelphi La teologia politica di San Paolo (1997), Jacob Taubes, Carl Schmitt, Ai lati opposti delle barricate. Corrispondenza e scritti 1948-1987 (2018). Presso Quodlibet sono apparsi inoltre In divergente accordo. Scritti su Carl Schmitt (1996), Il prezzo del messianesimo. Una revisione critica delle tesi di Gershom Scholem (2000, 2017).