I tre saggi che compongono questa silloge intendono andare in traccia di ciò che, considerato fenomenologicamente, lascia vedere soltanto la parte dell’ombra. Profittando della natura ellittica della forma-saggio, si analizzano i problémata posti dal linguaggio trascendentale, dall’automanifestatività del fenomeno e dal progressivo scemare in un indistinto caos fenomenico del proprio io come di ogni dimensione intersoggettiva e mondana, considerando quelle linee di faglia in cui la manifestatività del fenomeno si trasfigura in una spettralità ambigua ed incostante. A compiersi è la periegesi di uno spazio d’ombre abitato da un immenso e incontornabile sparpagliamento fenomenico, la cui esposizione, assunta la forma dell’interpretazione, deve misurarsi con la perentorietà dell’“inassimilabile” che contraddistingue la sciamachia con la quale ogni fenomeno sfida il pensiero, fiancheggiandolo, precedendolo, seguendolo.
Luigi Azzariti-Fumaroli (Milano 1981) insegna Filosofia della comunicazione e del linguaggio presso l’Università Pegaso di Napoli; ha svolto e svolge attività didattica e seminariale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e l’Università di Pavia. Studioso di filosofia moderna e contemporanea, è autore di numerosi saggi e studi monografici fra i quali: L’oblio del linguaggio (Guerini 2007); Alla ricerca della fenomenologia perduta. Husserl e Proust a confronto (Mimesis 2009); Brice Parain-Impromptu (ESI 2010); Giuseppe e i suoi fratelli: dalla filosofia narrante alla rivelazione (Editoriale Scientifica 2012); Passaggio al vuoto. Saggio su Walter Benjamin (Quodlibet 2015); Monoteismo plurale. Teologia ed ecclesiologia in Schelling (Il Pozzo di Giacobbe 2019); Fenomenologia dell'ombra. Tre saggi (Quodlibet 2020). Ha curato l’edizione italiana di opere di Derrida, Baumgardt, Hegel, Maimon.