Negli ultimi cinquant’anni in Italia gli eventi
sismici con magnitudo maggiore o uguale a
5.8 sono stati 18, otto dei quali catastrofici.
Il sisma che ha colpito il Centro Italia nel
2016 ha mostrato ancora una volta come gli
effetti del terremoto siano particolarmente
drammatici nelle aree interne del paese,
già segnate da processi di spopolamento e
abbandono.
Su questo sfondo, il progetto SISMI-Tecnologie per il miglioramento della
Sicurezza e la rIcostruzione dei centri Storici
in area sisMIca – promosso dalla Regione
Lazio all’interno del Centro di Eccellenza
DTC Lazio – muove dalle esperienze che
molti laboratori universitari e centri di
ricerca del Lazio hanno avviato a supporto
della ricostruzione ma, nello stesso tempo,
propone una riflessione mirata al governo
del rischio, all’avvio cioè di campagne
di interventi diffusi di prevenzione e
miglioramento sismico.
In questa direzione il progetto SISMI
propone in primo luogo una rassegna di
modi e strumenti avanzati per la conoscenza
condivisa dei centri storici finalizzata a
valutarne il grado di vulnerabilità, riferita sia
alle strutture costruite che alle fragilità
socio-economiche; a questo segue la
disamina dei diversi strumenti necessari alla
valutazione dei livelli pericolosità sismica
locale. In secondo luogo viene proposta una
disamina critica delle differenti possibilità
di miglioramento sismico e di tecnologie e
materiali innovativi.
Viene affrontato infine il ruolo dei test in
laboratorio e l’auspicabile ricorso a sistemi di
monitoraggio avanzati, intesi come strumenti
di conoscenza capaci di diffondere una
maggiore consapevolezza nei confronti del
rischio.
Il progetto SISMI è improntato al dialogo tra
le differenti discipline che necessariamente
collaborano a una nuova cultura del rischio,
intesa come interazione tra sicurezza delle
strutture, continuità di significati storici e
culturali e prospettive socio-economiche,
conformando in questo modo la resilienza
delle comunità locali.