Carl Schmitt è forse la figura intellettuale più controversa del Novecento, il
cui spettro torna immancabilmente a palesarsi ogniqualvolta gli ordinamenti costituzionali vengano messi sotto pressione e pongano limiti alle libertà fondamentali da essi stessi sancite. Campi di prigionia, populismi d’ogni
colore, decretazione d’urgenza, misure restrittive a fronte di un’emergenza
pandemica e molti altri esempi recenti di provvedimenti che limitano i
diritti di libertà: ad ogni minimo cedimento degli Stati democratici, si invoca Schmitt come nume tutelare o ispiratore dannato. Ma questo uso del pensiero schmittiano è davvero fedele alla teoria del giurista tedesco?
L’indecisionista offre una risposta netta, ed è un no. Al di là delle letture
sclerotizzate che schiacciano Schmitt sulla triade eccezione, decisione e opposizione amico-nemico, il libro mostra come egli abbia sostenuto il “decisionismo eccezionalista” per un periodo assai breve, circoscritto ai primi
anni Venti, e come presto vi pose mano per emendarne le debolezze. La
teoria istituzionalista schmittiana – conservatrice, certo, e con chiare punte
di illiberalità – mostra ben più e meglio del decisionismo eccezionalista
come il cuore della politica, per il giurista tedesco, non stia nella creazione
di condizioni emergenziali, ma nella selezione dei modelli e delle pratiche
su cui si impernia la normalità della vita di tutti i giorni.
Mariano Croce, nato a Roma nel 1979, insegna Filosofia politica presso il Dipartimento di Filosofia della Sapienza Università di Roma. Dopo aver conseguito il dottorato in Filosofia, ha lavorato come ricercatore alla School of Law della School of Oriental and African Studies a Londra e come Marie-Curie Fellow alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Anversa. Collabora stabilmente con l’Università di Anversa e la Charles University di Praga, dove coordina progetti di ricerca sulla formazione delle identità sessuali e sul riconoscimento giuridico dei modelli relazionali non-convenzionali. Tra le sue pubblicazioni recenti, The Legacy of Pluralism (con Marco Goldoni, Stanford University Press, 2020) e The Politics of Juridification (Routledge, 2018). Per Quodlibet ha pubblicato Postcritica. Asignificanza, materia, affetti (2019) e L’indecisionista. Carl Schmitt oltre l’eccezione (con Andrea Salvatore, 2020), e ha inoltre curato le nuove edizioni di Santi Romano, L’ordinamento giuridico (2018) e Frammenti di un dizionario giuridico (2019).
Andrea Salvatore insegna Filosofia politica presso il Dipartimento di Filosofia di Sapienza Università di Roma. Nell’ambito degli studi schmittiani è autore di Carl Schmitt (DeriveApprodi 2020) e, con Mariano Croce, di The Legal Theory of Carl Schmitt (Routledge 2013). Per Quodlibet ha pubblicato L’indecisionista. Carl Schmitt oltre l’eccezione (con Mariano Croce, 2020) e ha inoltre curato la nuova edizione di Carl Schmitt, La situazione della scienza giuridica europea (2020).