Catalogo / La poesia è secondaria

La poesia è secondaria
Poesie scelte
Seguite da una conversazione con Aleksandr Skidan
Traduzione e cura di Elisa Baglioni
ISBN 9788822913166
2022
E-book ePub con Social DRM  
€ 4,99
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Il libro

Aleksandr Skidan (Leningrado, 1965) è una delle voci più significative della poesia russa contemporanea. Puntuale antagonista, nelle scelte biografiche come nell’opera, dei regimi politico-culturali in corso nelle loro fasi critiche e passaggi di testimone (ieri quello sovietico, oggi quello capitalista), esordisce all’epoca della democratizzazione e avvia subito di seguito un’opera di traduzione ed esplorazione delle letterature straniere, esibendo nell’attività culturale, nelle pagine critiche e nei suoi versi un’adesione fluida e vigile all’estetica dell’underground, poi della marginalità, e uno sperimentalismo che utilizza l’esattezza semantica e la sfida ai confini di genere per descrivere e criticare la violenza che abita il mondo e muovere dunque un attacco frontale a due derive cui è soggetta la poesia: il bamboleggiamento letterario e il monolinguismo della comunicazione, corretti con un trattamento autocritico e ironico dei modelli (l’amica suicida che non si riesce autenticamente a piangere perché la si incastona tra Dostoevskij, Blok, Benjamin, Nietzsche e Derrida) e un plurilinguismo non posticcio, che denuncia la spietatezza del potere e delle parole del potere. Di questa ricerca, si propone nel libro il frutto più maturo, con la prima traduzione italiana, corredata dal testo originale a fronte, di una serie di poesie tratte dalla raccolta Lo spostamento verso il rosso (2005, vincitrice del prestigioso Premio Andrej Belyj). Elisa Baglioni, autrice della traduzione, accompagna il testo con una introduzione che periodizza e indaga il lavoro di Skidan e con la trascrizione di un inedito colloquio con l’autore, all’interno del quale è possibile rintracciare il consueto, ma non arreso e sempre rinnovantesi profilo dello stesso: “La poesia e la letteratura sperimentali sono una sorta di squadre volanti partigiane, a mio avviso, disorganizzate ma capaci di compiere incursioni negli avamposti dell’ideologia dominante. Le squadre partigiane si nascondono nei boschi, non vivono una vita parallela nel sottosuolo, di tanto in tanto escono allo scoperto per poi scomparire. L’unico modo per renderle unità di guerriglia regolari è promuovere un altro tipo di letteratura”.

Indice
  • Introduzione
  • Dall’epoca tardo-sovietica al libero mercato: la poesia di Aleksandr Skidan, di Elisa Baglioni
  • Poesie scelte, seguite dal testo originale
  • Conversazione con Aleksandr Skidan, a cura di Elisa Baglioni
  • Notizie biografiche
L'autore
Aleksandr Skidan

Aleksandr Skidan è nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo) nel 1965, dove tutt’ora vive. Da circa un ventennio è una figura di spicco, raffinata ed eccentrica, del panorama culturale contemporaneo russo. È caporedattore della rivista letteraria «Novoe literaturnoe obozrenie» e curatore della serie poetica dell’omonima casa editrice. È poeta e saggista, prosatore e traduttore di poesia americana e filosofia contemporanea. Nel 2006 ha ricevuto il prestigioso Premio Andrej Belyj per il volume di versi Krasnoe smeščenie (Lo spostamento verso il rosso), Argo-risk, Tver’ 2005, tradotto in lingua inglese nel 2008. Tra le ultime pubblicazioni si ricorda il volume di versi Kontaminacija (Contaminazione), Porjadok slov, Spb 2020 e Lit.ra, NLO, Moskva 2022, esperimento di selezione e montaggio dei post della sua pagina facebook. Sue poesie sono apparse in traduzione nelle maggiori lingue europee e in italiano nelle antologie La nuova poesia russa, trad. P. Galvagni, Crocetti, Milano 2005 e Disaccordi, trad. M. Maurizio, Stilo Editrice, Bari 2016.

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