Catalogo / Rivoluzioni e popolo nell’immaginario letterario italiano ed europeo

Rivoluzioni e popolo nell’immaginario letterario italiano ed europeo
ISBN 9788822914071
2023, pp. 432
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Il libro

Il libro esamina come la letteratura ha rappresentato l’evento rivoluzionario (accaduto, atteso, temuto) dall’epoca della Riforma protestante fino al ’68 e oltre. La Rivoluzione, qui intesa latamente come possibilità di sollevazione di massa e trasformazione “catastrofica” del mondo, è considerata come una specie di grande metafora con cui l’Occidente moderno si è concepito nei termini di un progetto pericolosamente aperto sul futuro. Si comincia con Machiavelli passando attraverso Milton, Büchner, Hugo, Manzoni, Zola, Nievo, Verga, fino ad arrivare a Malaparte, Pasolini, Calvino e tanti altri, anche saggisti (da Galileo a Gramsci). Al centro ci sono soprattutto gli scrittori italiani perché essi sono ritornati tante volte sulla Rivoluzione come occasione mancata. Essi vengono fatti dialogare con alcuni grandi scrittori europei sulla base di pochi grandi motivi ricorrenti. In definitiva, il libro intende essere una specie di excursus attraverso tante visioni e versioni del fenomeno rivoluzionario per giungere a un bilancio finale e provare così a rispondere alla domanda se e come la letteratura possa ancora con i suoi mezzi immaginare un futuro altro, sia esso in chiave di sogno o di incubo.

Indice
  • Introduzione
  • Parte prima. Immagini di rivoluzioni mancate in cielo e in terra tra Cinquecento e Seicento
    • 1.1. Machiavelli: Il ciompo, il principe e la formidabile moltitudine
    • 1.2. La Gerusalemme liberata di Tasso ovvero la caduta degli angeli ribelli come sconfitta finale delle istanze rinascimentali
    • 1.3. Il Paradiso perduto di Milton e le dinamiche perverse della rivoluzione: Satana da tirannicida a tiranno
    • 1.4. Galileo e il tentativo fallito di vincere nei cieli una rivoluzione perduta in terra
  • Parte seconda. Le tre rivoluzioni che cambiarono il mondo e i loro poeti: Goethe, Hugo e Whitman
    • 2.1. Il Faust di Goethe: l’intellettuale moderno e la Rivoluzione industriale tra critica e nostalgia del popolo
    • 2.2. Hugo e Delacroix e la Rivoluzione francese come esperienza sublime e terrifica
    • 2.3. Whitman e l’America come rivoluzione ininterrotta
  • Parte terza. Il dramma delle avanguardie politiche rivoluzionarie
    • 3.1. Vincenzo Cuoco e i paradossi di una rivoluzione passiva
    • 3.2. Amore rivoluzione e morte: Werther Iperione e Ortis ovvero il rivoluzionario mancato e le sue nevrosi
    • 3.3. L’Adelchi di Manzoni: masse disperse e senza nome e un capo che non crede nell’azione politica
    • 3.4. La morte di Danton di Büchner: quando la rivoluzione divora sé stessa
    • 3.5. Dostoevskij e La leggenda del Grande Inquisitore: la libertà come rivoluzione impossibile
  • Parte quarta. Dentro i vortici dei movimenti popolari e rivoluzionari
    • 4.1. I promessi sposi: una rivoluzione borghese trasfigurata da peste provvidenziale
    • 4.2. L’educazione sentimentale di Flaubert: la rivoluzione come esperienza di seconda mano
    • 4.3. Le confessioni d’un italiano di Nievo: la libertà e la polenta ovvero ingenuità e impreparazione dei giacobini, diffidenze delle masse rurali
    • 4.4. Tolstoj e le masse anonime come uniche vere protagoniste della storia
    • 4.5. Germinal di Zola: uno sciopero operaio e il suo significato storico e mondiale
    • 4.6. Masse popolari disperate e scatenate (Libertà di Verga), o pacifiche e determinate (Il quarto stato di Pellizza da Volpedo)
  • Parte quinta. Nel Novecento: il secolo terribile tra guerre, rivoluzioni e controrivoluzioni
    • 5.1. Malaparte e i fanti contadini di Caporetto come santi e rivoluzionari
    • 5.2. I Quaderni del carcere di Gramsci: la maledizione della subalternità e l’eredità difficile delle rivoluzioni mancate
    • 5.3. Il sentiero dei nidi di ragno: coscienza e incoscienza di classe nella guerra partigiana
    • 5.4. L’armata a cavallo di Babel’: l’intellettuale rivoluzionario in bilico tra popolo cosacco e popolo ebraico
    • 5.5. I piccoli maestri di Meneghello: l’intellettuale autoironico a scuola del popolo partigiano
    • 5.6. Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa tra nostalgia di Ancien Régime e nostalgia di rivoluzione
  • Parte sesta. Prima e dopo il ’68: ultime utopie rivoluzionarie e mutazioni irreversibili della “natura popolare”
    • 6.1. Lettera a una professoressa: quando i muti della storia prendono la parola
    • 6.2. Pasolini: il cantore straziato della fine dell’illimitato mondo popolare
    • 6.3. Operai e capitale di Tronti e Vogliamo tutto di Balestrini: la classe operaia come rude razza pagana
    • 6.4. Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg ovvero della possibilità di ascoltare le voci lontane degli sconfitti dalla storia
  • Conclusione. Un bilancio provvisorio e alcuni spunti sul futuro di un tema
  • Bibliografia
L'autore
Stefano Brugnolo

Stefano Brugnolo insegna Teoria della letteratura all’università di Pisa e si occupa soprattutto di romanzo moderno, di umorismo e teoria freudiana della letteratura. Ha pubblicato Dalla parte di Proust (Carocci, 2022); La tentazione dell’Altro. Avventure dell’identità occidentale da Conrad a Coetzee (Carocci, 2017); La letterarietà dei discorsi scientifici (Bulzoni, 2000).

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