Quando è giustificata l’angoscia? Come identificare
il limite oltrepassato il quale l’angoscia non assolve
più la funzione di segnalare in modo efficace
minacce imminenti e diventa una proiezione
invasiva dei propri fantasmi? Il libro riconfigura il
complesso rapporto tra angoscia, paura e trauma
facendo costante riferimento a diverse discipline
che vanno dalla storia dell’arte all’antropologia
culturale, dalla psicopatologia alla teologia, dalla
letteratura alla filosofia politica.
Prendendo le mosse da Bachtin, l’autore elabora un
metodo, denominato «polifonia fenomenologica»,
volto a rendere giustizia alla strutturale ambiguità
dell’angoscia. All’interno di questa polifonia
sono particolarmente riconoscibili le voci di
Kierkegaard, Husserl, Freud, Blumenberg e Levinas.
L’indagine fenomenologica dell’angoscia permette
di illuminare da un punto di vista privilegiato
aspetti essenziali della nostra esperienza che
concernono la libertà, il desiderio, la coscienza del
tempo, la corporeità e la relazione tra la percezione
e l’immaginazione. Il libro offre un’indagine
sistematica su un affetto che può tanto proteggerci
dal pericolo quanto costituire il pericolo stesso.
Stefano Micali è professore associato presso l’Università Cattolica di Lovanio, coordinatore degli Archivi Husserl. È l’autore di Überschüsse der Erfahrung (2008), Esperienze temporali (2008), Tra l’altro e se stessi (2020). Ha pubblicato in italiano, inglese, francese, tedesco e olandese oltre sessanta saggi che spaziano dalla filosofia politica all’estetica, dalla religione alla psichiatria. Insieme a Thomas Fuchs, ha curato l’edizione di diversi volumi incentrati sul rapporto tra psicopatologia e filosofia per Suhrkamp, Fink e Alber. È condirettore della collana della DGAP (Società Tedesca per una Antropologia Fenomenologica) e della collana «Phaenomenologica» (Springer).