Le regole che danno forma alla nostra convivenza sono non soltanto un’espressione di potere, ma anche, e forse prima di tutto, la manifestazione del tempo in cui si generano, del clima culturale e sociale in cui sono concepite
e a cui, di volta in volta, danno ascolto o si oppongono. In questi termini,
il diritto è in sé stesso un prodotto culturale, la testimonianza di un sentire
diffuso che, a sua volta, ne diventa chiave esegetica essenziale e, pur a fatica,
forza di innovazione o di resistenza.
Queste pagine disegnano alcuni di questi rimandi cercando, dai moti
risorgimentali a oggi, le interazioni tra una società in evoluzione costante
e il “sentire costituzionale”, tra ciò che la letteratura, il teatro, il cinema, la
televisione o la rete raccontano del loro tempo, e ciò che viene, nel
tempo stesso, codificato.
Daniele Donati è professore associato di Diritto amministrativo all’Università di Bologna, dove insegna Diritto dell’informazione e dei media, Diritto dei beni e delle attività culturali e Arts Law in the Digital Age. È autore de Il paradigma sussidiario. Interpretazioni, estensione, garanzie (il Mulino, 2013) e Città strategiche. L’amministrazione delle aree metropolitane (FrancoAngeli, 2023).