IT. “Postcritica” è termine che di recente s’è fatto strada nel campo della critica letteraria, della filosofia e della sociologia. Nasce come reazione al progressivo infiacchimento dei grandi paradigmi teorici del Novecento, in particolare quelli che della teoria facevano una tecnica di smascheramento e denuncia delle condizioni di dominio e alienazione. Secondo la critica tradizionale, gli attori sociali non sono perlopiù in grado di avvedersi delle condizioni che garantiscono e nutrono gli squilibri di potere: hanno bisogno di teoria, ovvero di un sapere specialistico, che renda loro visibile quanto è invisibile, cioè i meccanismi occulti e taciti che stabilizzano distinzioni e differenziali. La postcritica mette in questione non tanto l’esistenza di questi meccanismi, quanto il ruolo che la teoria critica assegna a sé stessa. Per paradosso, un pensiero che pretenda di fungere da macchina del disincanto potrebbe finire col rafforzare le dinamiche che pretende di erodere. Nei suoi vari contributi, che attraversano diversi campi del sapere, questo libro vuole spiegare come e in che senso la teoria sia chiamata a cambiare il proprio statuto e la propria funzione. Capitolo dopo capitolo, il testo fa uso dei materiali più disparati: libri, note, poesie, opere d’arte e d’artigianato, atti di sovrano coraggio e di composta viltà. Pezzi di quell’apparato che chiamiamo “vita ordinaria” e che la postcritica esamina senza affidarsi ruoli salvifici, da composta osservatrice che non intende cambiare il mondo quanto viverlo.
EN. “Postcritique” is a term that has recently made its way into the fields of literary criticism, philosophy, and social theory. It emerged as a reaction to the progressive weakening of the great theoretical paradigms of the 20th century, particularly those that made theory a technique for unmasking and demystifying conditions of social domination and alienation. According to traditional critical theory, seldom are social actors aware of the conditions that guarantee and nurture social hierarchies and power imbalances. To become aware, people need theory, that is, a special knowledge that makes visible what is invisible. Critical theory is alleged to uncover the hidden and tacit mechanisms that stabilise distinctions and differentials. Postcritique questions not so much the existence of these mechanisms as the role that critical theory assigns to itself. Paradoxically, a line of thought that claims to act as a disenchantment machine could end up reinforcing the dynamics it claims to erode. In its various contributions, which cross different fields of knowledge, this book seeks to explain how and in what sense today’s theory is called upon to change its own status and function. Chapter after chapter, this collective book makes use of the most disparate materials: books, notes, poems, works of art. Pieces of that apparatus that we call “ordinary life” and that postcritique explores without entrusting itself with salvific roles, as a composed observer that does not as much intend to change the world as to live it.