C’è chi crede di sapere già tutto della poesia del Novecento variamente
illustrata da autorevoli antologie. Ma questo sapere o credere di sapere
che cos’è avvenuto fra Gozzano e Amelia Rosselli, fra Ungaretti e Giovanni Giudici, ha già da tempo mostrato i suoi limiti. Del resto, è da
almeno quarant’anni che ai più noti poeti del Novecento si sono affiancati e mescolati alcuni dei migliori autori delle generazioni più giovani,
resi spesso quasi invisibili dall’enorme nuvola di chi crede di scrivere
poesia solo andando a capo. Ora questo libro di Alfonso Berardinelli,
un po’ saggio critico e un po’ antologia commentata, supera i limiti del
xx secolo per arrivare al primo ventennio del Duemila e a quanto di più
esemplare e nuovo ha prodotto.
Se ai poeti manca oggi la passione di essere letti e a volte scrivono
come se non prevedessero un lettore, ai lettori manca sempre di più la
capacità di capire valore o non valore di quello che leggono. Questo
libro è nato da un solo proposito e metodo: parlare di poesia e di poeti
mentre li si legge e rilegge.
Alfonso Berardinelli è uno dei critici e saggisti più attivi e originali tra fine Novecento e Duemila. Si ricordano qui solo alcuni dei suoi libri: La poesia verso la prosa (1994), La forma del saggio (2001), Poesia non poesia (2008), Giornalismo culturale (2021), Un secolo dentro l’altro (2022) e Antinomie. Letteratura, intellettuali, idee (2023). Presso Quodlibet sono apparsi Casi critici. Dal postmoderno alla mutazione (2007), Diario 1985-1993 (con Piergiorgio Bellocchio, riproduzione fotografica integrale dei dieci numeri della rivista, 2010) e L’ultimo secolo di poesia italiana. Testi e ritratti (2003).