Leggere e rileggere i classici è stata l’indicazione più preziosa di Livio Sichirollo. Chi lo ha conosciuto sa che l’unica maniera per ricordarlo, gradita allo stile dell’uomo, è forse questa: non tanto parlare di lui, quanto dei suoi interessi, gli amati classici della filosofia ai quali ha dedicato la sua vita di docente e di studioso. In queste pagine si ripercorrono alcune tracce della sua personale e fruttuosa ricerca filosofica. Ricerca che contiene un’idea della filosofia che solo i classici sanno restituire: “Il privato, il così detto tormento stilistico – per dirla col Gadda – l’aguto tartufare dei critici era loro estraneo: sì, una scelta etica, ma anche una questione di stile, di buon gusto. Essi pensavano in grande”. C’è qui tutta la lezione di Livio Sichirollo, ancora viva per noi: un’eredità che ci invita a continuare quel discorso “perché esso dice che noi siamo la storia e la vita, e se lo siamo e ne parliamo, la storia e la vita hanno un senso, e un senso comprensibile, ragionevole”
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Marco Filoni, Premessa - Enrico Nuzzo, Introduzione - Giovanni Bonacina, Profilo di Livio Sichirollo - Ettore Brissa, Goethe e la Alexis-Legende - Giuseppe Cacciatore, Leggere Vico - Giuseppe Cambiano, Leggere Aristotele: la questione della techne - Gian Mario Cazzaniga, Marx, le macchine e la filosofia della storia - Riccardo Di Donato, Leggere Momigliano - Gilbert Kirscher, Livio Sichirollo e Eric Weil - Armando Rigobello, L’analisi in ascolto - Massimo Venturi Ferriolo, La potenza dello sguardo. Per una visibilità paesaggistica dell’ethos - Carlo Ferdinando Russo, Livio Sichirollo in «Belfagor». Con glosse gesneriane - Livio Sichirollo, I filosofi e la città - Indice dei nomi