Nell’antichità il daimon è movimento intermedio, nesso che unisce l’umano e il divino, agente dell’irrazionale, stato d’animo e passione in sé; ed anche destino, sorte dell’uomo in quanto rivelazione del suo carattere più intimo. Se con l’affermazione del cristianesimo la sfera del demonico si individua soprattutto come antagonista del divino, nella modernità alcuni elementi della sua declinazione classica vengono recuperati e insieme trasformati, per lo più convertendo quello slancio verso la trascendenza in una nozione quasi psicologica, la cui radice è insita nell’interiorità dell’anima. In questo senso, il tema del daimon si connette con quello della malinconia, della follia, e si fonde inevitabilmente con la questione del genio, dell’artista come creatore assoluto. Lungo questa linea, a partire da una prospettiva filologica, o filosofica, come anche da una considerazione storico-artistica, si muovono i saggi qui raccolti.
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