«Parlare è il modo più semplice per renderci sconosciuti. E quel modo immorale e ipocrita di parlare che si chiama scrivere ci nasconde in maniera ancor più completa agli altri, e a quella specie d’altri che la nostra incoscienza chiama noi stessi. Perciò, se scrivere, nel senso di scrivere per dire qualcosa, è gesto che ha il marchio della menzogna e del vizio, criticare le cose scritte non è privo di un corrispondente aspetto di morbosa curiosità o di futilità perversa. E, quando la critica è anche scritta, la sua essenziale immoralità si raffina sino a farsi ripugnante. Le si attacca la malattia di ciò che ha criticato – il fatto di esistere in forma scritta.
Propriamente, l’unico critico d’arte o letterario deve essere lo psichiatra; perché, anche se gli psichiatri sono ignoranti e marginali rispetto agli argomenti, quanto lo sono tutti gli altri uomini rispetto a ciò che chiamano scienza, ciononostante hanno, dinnanzi a quello che si presenta come un caso di malattia mentale, quella competenza che noi crediamo loro abbiano. Nessun edificio di sapienza umana può erigersi su altre fondamenta.» Queste parole di Fernando Pessoa sembrano invitarci a una diffidenza radicale tanto nei confronti del linguaggio e della scrittura quanto, soprattutto, nei confronti di chi scrive sulla scrittura in chiave critico-teorica. Diffidenza che, dunque, dovrebbe investire la voce stessa che qui ci parla. Dall’altro lato, però, consentono di addentrarsi con la debita cautela fra queste pagine inedite e di intravedere in una esauriente visione d’insieme il brulicante cantiere teorico su cui si fonda la produzione critica del grande scrittore portoghese.
Indice del volume: Nota editoriale. - Appunti per un’estetica non aristotelica (Álvaro de Campos). - Erostrato. Saggio sulla fama postuma delle opere letterarie. - L’arte moderna è arte del sogno. - Frammenti di estetica. - Bilancia di Minerva. La critica letteraria. - La poesia. - La letteratura europea. - L’artista. - Il dramma. - Note ai testi. - Postfazione di Micla Petrelli.
Di Fernando Pessoa (Lisbona 1888-1935) sono apparsi presso Quodlibet Il ritorno degli dèi. Opere di António Mora (2005), Pagine di estetica. Il gioco delle facoltà critiche in arte e in letteratura (2006) e Teoria dell’eteronimia (2020), Sul fascismo, la dittatura militare e Salazar (2022) e Teatro statico (2024).
