Sono raccolti in questo volume quasi tutti gli scritti e gli interventi, in gran parte dimenticati o dispersi in periodici e libri pressoché inaccessibili, che Renato Solmi ha pubblicato nell’arco di oltre cinquant’anni.
La prima sezione – che include studi e recensioni su Ernst Cassirer, Werner Jaeger, Bruno Snell, e un saggio memorabile su Ernesto de Martino – riflette il periodo della formazione e degli studi postuniversitari. Essa coincide cronologicamente con la seconda, in cui si manifestano interessi più propriamente politici – che accompagneranno negli anni successivi l’intera esperienza di Solmi – attestati dai principali interventi usciti fra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50 del Novecento nel foglio ciclostilato «Discussioni». La terza sezione, Il lavoro editoriale, dà un’idea del ruolo culturale che Solmi ebbe per oltre un decennio, come redattore e consulente, presso la casa editrice Einaudi; essa si lega saldamente alla quarta, dedicata alla Scuola di Francoforte, in cui il lettore troverà fra gli altri tutti i suoi scritti su Adorno e Benjamin, comprese le introduzioni a Minima moralia e ad Angelus novus. I testi della quinta sezione, La contestazione nella scuola, affrontano temi e narrano episodi significativi legati all’attività d’insegnante svolta da Solmi per oltre trent’anni. La sesta riguarda soprattutto fatti, figure e movimenti della scena internazionale, legati in particolare alla guerra del Vietnam e all’opposizione sviluppatasi contro di essa negli Stati Uniti d’America negli anni ’60 e ’70. Gli scritti dell’ultima sezione (Sguardi sul passato) si situano fra la testimonianza autobiografica e il ricordo puntuale e commosso di persone legate all’autore da vincoli di parentela, d’impegno politico, di amicizia e discepolanza: Sergio Solmi, Delfino Insolera, Luciano Amodio, Cesare Cases, Franco Fortini, Sergio Caprioglio, Raniero Panzieri, Theodor W. Adorno e vari altri.
Renato Solmi (Aosta 1927-Torino 2015) compì gli studi a Milano, dove si laureò in Storia greca con una tesi su Platone in Sicilia. Dopo aver trascorso un anno a Napoli (1949-50) come borsista presso l’Istituto italiano per gli studi storici di Benedetto Croce, dal 1951 al 1963 lavorò nella redazione della casa editrice Einaudi. A metà degli anni ’50 trascorse un periodo di studio a Francoforte per seguire i corsi e l’insegnamento di Theodor W. Adorno, da lui per primo fatto conoscere in Italia e tradotto con una memorabile introduzione ripubblicata postuma (Introduzione a «Minima morali» di Theodor W. Adorno, Quodlibet, Macerata 2015). Dopo l’allontanamento dall’Einaudi, insegnò per circa trent’anni Storia e filosofia nei licei di Torino e di Aosta. Fu molto impegnato, sia sul piano teorico sia su quello della militanza attiva, nei movimenti nonviolenti e pacifisti torinesi e nazionali. Come questo libro documenta, collaborò a numerosi periodici culturali e politici («Il pensiero critico», «Paideia», «Lo Spettatore italiano», «Il Mulino», «notiziario Einaudi», «Nuovi argomenti», «Passato e presente», «Quaderni rossi», «Quaderni piacentini», «il manifesto», «L’Indice dei libri del mese» e altri). Fra le sue traduzioni per Einaudi – oltre a quelle di Adorno, Benjamin, Brecht (L’abicì della guerra, 1975) e Marcuse (Il «romanzo dell’artista» nella letteratura tedesca, 1985), che sono in realtà edizioni di riferimento – si segnalano: György Lukács, Il significato attuale del realismo critico (1957) e Il giovane Hegel e i problemi della società capitalistica (1960); Günther Anders, Essere o non essere (1961) e La coscienza al bando (1962); Max Horkheimer e Th.W. Adorno, Dialettica dell’illuminismo (1966 e 1980); Seymour Melman, Capitalismo militare (1972); Paul A. Baran, Saggi marxisti (1976). Tradusse anche: Alain Labrousse, I Tupamaros. La guerriglia urbana in Uruguay (Feltrinelli, Milano 1971), Reinhard Kühnl, Due forme di dominio borghese: liberalismo e fascismo (ivi 1973); Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918 (Boringhieri, Torino 1976; poi il Saggiatore, Milano 2016).