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Contro il simbolico
Dieci lezioni di filosofia
Postfazione di Luca Guidetti
ISBN 9788874621439
2007, pp. 318
165x240 mm, brossura con bandelle
€ 26,00
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Il libro

Questo libro raccoglie un ciclo compiuto di lezioni, nel corso delle quali Melandri configura un percorso nei massimi temi di indagine del pensiero filosofico, al di là o prima di ogni contrapposizione di scuola o dell’appartenenza a diverse aree culturali, attraverso dieci voci: Logica, Linguaggio, Realtà, Metafisica, Soggetto e coscienza, Credenza e immaginario, Desiderio e volontà, Essere e dover essere, Etica e politica, Morte e finitezza.
Ogni immagine della realtà è governata da simboli. Il simbolo permette di nominare, evocare e trasmettere un significato della realtà, di dare al mondo un «senso» comune e condiviso. Per i greci, symballein indicava la «ricomposizione dell’intero» che gli eventi e le esperienze personali frammentano e dissolvono. Tuttavia, già a partire dal primo atto socratico-platonico di fissazione del significato del mondo, il simbolo tende a irrigidirsi in una pura forma, dimenticando la radice soggettiva e radicalmente «empirica» dalla quale è sorto.
Per «riattivare» il simbolico, per comprendere la funzione dalla quale la forma si è generata, è così necessario porsi contro di esso, regredendo – mediante un’appropriata archeologia delle immagini – a quelle operazioni originarie da cui nasce ogni senso della realtà.

Indice
  • Avvertenza
  • Prima lezione: Logica. La struttura, il calcolo, l’interpretazione
  • Seconda lezione: Linguaggio. La lingua, la comunicazione, l’informazione
  • Terza lezione: Realtà. Gli enti, i concetti, gli oggetti
  • Quarta lezione: Metafisica. Il principio, l’essere, il possibile
  • Quinta lezione: Soggetto e coscienza. L’uno, i molti, il medio
  • Sesta lezione: Credenza e immaginario. Il sogno, la rappresentazione e il doppio legame
  • Settima lezione: Desiderio e volontà. La passione e l’azione, la causa e il fine dell’agire
  • Ottava lezione: Essere e dover-essere. La libertà, il male e la teodicea
  • Nona lezione: Etica e politica. La servitù, il potere, il comunismo
  • Decima lezione: Morte e finitezza. L’amicizia e la trasmissione del progetto oltre la fine
  • Postfazione, di Luca Guidetti
  • Indice dei nomi
L'autore
Enzo Melandri

Enzo Melandri è nato a Genova il 14 aprile 1926. Dopo aver svolto inizialmente studi tecnici di indirizzo chimico, impara «l’arte dell’autodidatta», conseguendo nel 1954 il diploma di maturità classica. Frequenta l’Università di Bologna, laureandosi in Filosofia nel 1958. Dal 1958 al 1961 è lettore di italiano presso l’Università di Kiel (Germania). Nel 1962 ottiene l’incarico di Filosofia teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Lecce, mentre nel 1963 ha l’incarico di Filosofia presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Bologna, all’interno della quale svolge il suo intero corso accademico, se si fa eccezione per gli anni tra il 1972 e il 1974, in cui – conseguito l’ordinariato – tiene anche l’insegnamento di Filosofia morale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste. Dal 1983 il suo insegnamento è mutuato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna. È morto il 25 maggio 1993 a Faenza, dove risiedeva. Parallelamente all’attività universitaria, collabora a lungo – fin dalla fine degli anni Cinquanta – con la casa editrice il Mulino, per la quale effettua traduzioni e curatele di numerosi volumi e pubblica alcuni dei suoi più importanti lavori (cfr. la bibliografia completa degli scritti di Enzo Melandri in Id., La linea e il circolo. Studio logico-filosofico sull’analogia (1968), introduzione di Giorgio Agamben, Quodlibet, Macerata 2004). Nel 1979 istituisce un gruppo interdisciplinare di studi leibniziani, in seguito affiliato col nome di «Sodalitas Leibnitiana» alla Leibniz-Gesellschaft di Hannover. Collabora attivamente, negli anni Ottanta, alle attività del Centro di studi per la filosofia mitteleuropea (con sede a Trento); partecipa nel 1982 alla realizzazione di «Topoi», rivista internazionale di filosofia. Sempre in quegli anni dà vita agli «Annali dell’Istituto di discipline filosofiche» dell’Università di Bologna, poi trasformatisi – a partire dal 1991 – nella rivista semestrale «Discipline filosofiche», di cui è il primo direttore. Nella foto: da sinistra, con gli occhiali, Umberto Eco, Michel Foucault ed Enzo Melandri durante un incontro a Milano nel 1968 (dall'archivio personale di Umberto Eco, per gentile concessione).

Pubblicazioni dell'autore
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