Questa raccolta di studi rilegge il corpus stendhaliano alla luce di due reagenti, lo stile e il dialogismo. Da lettore ormai familiare dei testi, Francesco Spandri scopre in Stendhal una tendenza costante a pensare lo stile come parametro politico e come parametro estetico. Politico, perché la retorica è da lui giudicata un'arma di classe, una mediazione reazionaria. Estetico, perché in un romantico così nutrito di musica e di pittura il linguaggio letterario rinvia necessariamente a una visione generale dell'arte. Ma il «discorso» stendhaliano si correla di altri «discorsi» e dialoga con altri autori. Rebelais, Molière, Balzac, Tocqueville, Baudelaire entrano così nel gioco di un dialogismo culturale d'ampio spettro, che tesse una rete di efficaci rispondenze da cui l'opera stendhaliana, come ogni opera di vasta portata intellettuale, ricava parte della propria leggibilità
Indice: Premessa - Parte prima. Stile: Un’idea dello stile - Dialogo ed «egotismo» autoriale - Il «système de l’Arioste» - Parte seconda. Dialogismo: Stendhal lettore di Molière - Stendhal, Baudelaire e il comico romantico - Stendhal, Balzac, Rabelais e il ritorno agli «ancêtres» - Stendhal e Tocqueville - Bibliografia - Indice dei nomi
Francesco Spandri ha insegnato nelle Università di Haute-Alsace e di Siena. Dal 2002 è ricercatore di Letteratura francese alla Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Roma Tre. Specialista di Stendhal, a cui ha dedicato un saggio monografico (L'«art de "komiker"». Comédie, théâtralité et jeu chez Stendhal, Champion, Paris 2003), parecipa al progetto di edizione dell'opera critica di Barbey d'Aurevilly (Les Belles Lettres).