Catalogo / La psicologia di Aristotele, con particolare riguardo alla sua dottrina del "nous poietikos"

La psicologia di Aristotele, con particolare riguardo alla sua dottrina del "nous poietikos"
Con un'appendice sull'operare del Dio aristotelico
A cura e con un saggio introduttivo di Stefano Besoli
ISBN 9788874621767
2007, pp. LXX-256
155x240 mm, brossura
€ 32,00
€ 30,40 (prezzo online -5%)
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Il libro

Per valutare l’incidenza di una figura come quella di Franz Brentano, filosofo e psicologo di lingua tedesca nato nel 1838 a Marienberg am Rhein e morto a Zurigo nel 1917, basta annoverare la serie dei grandi pensatori che ne hanno subito l’influenza. Ricordiamo, per citare solo i principali, Edmund Husserl, che ne eredita alcuni concetti fondamentali per la costituzione della fenomenologia; Alexius Meinong, da cui ha origine la Scuola di Graz per la psicologia sperimentale e la teoria dell’oggetto; Christian von Ehrenfels, che introduce in psicologia la nozione di Gestalt; Kazimierz Twardowski, da cui scaturisce la scuola di logica polacca; Anton Marty, che elabora la dottrina brentaniana in funzione di una teoria del linguaggio. Lo stesso Freud frequentò alcune delle sue lezioni, e Martin Heidegger – pur non essendo stato fra i suoi allievi diretti – riconosce in tutta la prima fase del suo pensiero il debito verso la lettura aristotelica di Brentano, in particolare sul tema dei «molteplici significati dell’essere».
Proprio in questo volume – fra quelli espressamente dedicati dall’autore al pensiero di Aristotele – troviamo forse l’esempio più significativo del metodo e dell’elaborazione dottrinaria che ne legittimano la così grande influenza. Nel tentativo di sottrarre il testo del De anima a un mero interesse storico-erudito, Brentano mira qui a cogliere le direttive teoretiche che ne fanno non solo il primo trattato di psicologia generale su base scientifica, ma ancor più un saggio di prospettiva psico-biologica, nel quale è facile individuare alcuni degli aspetti cruciali – come quello del rapporto mente/corpo – tuttora al centro di un rinnovato dialogo tra scienza e filosofia. Dall’impianto formale di tale psicologia egli giunge a elaborare i lineamenti di una teoria del riferimento intenzionale che costituirà il fondamento della sua psicologia descrittiva, orientando gli sviluppi della stessa fenomenologia husserliana.

Indice
  • Il tradimento di un’eredità. Franz Brentano a confronto con l’originaria vocazione aristotelica di Stefano Besoli
  • Profilo della vita e delle opere
  • Avvertenza
  • La psicologia di Aristotele con particolare riguardo alla sua dottrina del nous poietikos
    • Sezione I. Prospetto dei precedenti tentativi di spiegazione
    • Sezione II. Sviluppo della dottrina aristotelica del nous poietikos
    • Parte 1. Sull’anima e sui poteri dell’anima in generale
    • Parte 2. Sulle parti dell’anima in particolare e, in primo luogo, sull’anima vegetativa
    • Parte 3. Sull’anima sensitiva
    • Parte 4. Sull’anima intellettiva
  • Appendice. Sull’operare del Dio aristotelico, in particolare sull’attività creatrice
  • Elenco dei passi aristotelici presi in esame
  • Indice degli argomenti
  • Indice dei nomi
L'autore
Franz Brentano

Franz Brentano nacque il 16 gennaio 1839 a Marienberg am Rhein, nelle vicinanze di Boppard, in una famiglia di antiche origini italiane. L’ultimo dei suoi fratelli fu Lujo, economista e premio Nobel. Ebbe come zii paterni Clemens Brentano, poliedrico poeta romantico, e Bettina von Arnim, ispiratrice di geni e appassionata corrispondente di Goethe. Iniziò i suoi studi universitari a Monaco, per trasferirsi poi a Würzburg, a Berlino, dove si avvicinò alla filosofia aristotelica sotto la guida di Trendelenburg, a Münster, finendo per addottorarsi a Tubinga, nel 1862, con una dissertazione Sui molteplici significati dell’essere secondo Aristotele, che divenne determinante per la stessa formazione di Heidegger. Nel 1864 fu ordinato sacerdote e nel 1867 venne pubblicato il suo scritto di abilitazione, riguardante la Psicologia di Aristotele e la dottrina del nous poietikos. Dal 1866 iniziò a tenere corsi presso l’Università di Würzburg, dove ebbe come allievi, tra gli altri, Carl Stumpf, Anton Marty, Hermann Schell e Georg von Hertling. A partire dal 1869, poco dopo la convocazione del Concilio Vaticano I, iniziò a maturare un distacco nei confronti della Chiesa, che lo portò nel 1873 a lasciare il sacerdozio e a rinunciare al ruolo di professore, ottenuto l’anno precedente. L’uscita dalla Chiesa avvenne formalmente nel 1878. Nel 1874 ottenne la nomina a professore ordinario presso l’Università di Vienna. Nello stesso anno comparve a Lipsia il suo opus maius, La psicologia dal punto di vista empirico, che ha avuto grande influenza sulla filosofia contemporanea e, in particolare, sugli inizi della riflessione fenomenologica. Negli anni del magistero viennese, oltre agli allievi della cerchia più ristretta, seguirono le sue lezioni Alexius Meinong, Edmund Husserl, Kazimierz Twardowski e Sigmund Freud. Nel 1880 prese la decisione di sposarsi, rinunciando per questo – oltre alla cittadinanza austriaca – anche alla cattedra. Tornò a svolgere le funzioni di Privatdozent e nel 1899 pubblicò Sull’origine della conoscenza morale, scritto che influenzò grandemente anche Max Scheler. Tramontata la possibilità di riprendere il ruolo di professore, nel 1894, dopo la morte della moglie, prese la decisione di lasciare l’Austria, spiegando in un saggio le vere ragioni del suo congedo. Nel 1895 lasciò l’Austria in direzione dell’Italia, passando per la Svizzera, dove soggiornò brevemente. Visse in Italia per circa vent’anni, prendendo la cittadinanza italiana e risiedendo per lo più a Firenze. Nel 1897 si risposò. Nel 1896 e nel 1905 partecipò a due importanti congressi di psicologia. Nell’ultima fase della sua vita, oltre a dare alle stampe alcuni scritti aristotelici, pubblicò nel 1911 un’appendice alla «psicologia dal punto di vista empirico» (Sulla classificazione dei fenomeni psichici). Dopo la discesa in guerra dell’Italia contro Austria e Germania, nel 1915 lasciò Firenze per trasferirsi a Zurigo, dove morì il 17 maggio del 1917, prima di essere trasportato ad Aschaffenburg nella tomba di famiglia.    

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