«A questo libro è toccata la sorte singolare di essere insieme l’opera prima e l’ultimo lavoro di Gianni Carchia. Nella primavera del 1999, poco prima dell’aggravarsi della malattia che doveva condurlo alla morte, Carchia riprende in mano e trasforma la tesi di laurea, discussa nel 1971 all’Università di Torino col titolo Verità e linguaggio nel giovane Benjamin dallo studente ventiquattrenne che già mostrava nello stile insieme nervoso e apodittico i tratti sicuri del maestro e, licenziandola col titolo Nome e immagine, ne fa in qualche modo il suo testamento. Inizio e fine sembrano qui, infatti, secondo un gesto autenticamente filosofico, davvero congiungersi, come se, con una sorprendente inversione, i motivi dell’ultimo pensiero di Carchia (la concezione della filosofia come evento e testimonianza, la critica del metodo, l’elaborazione messianica della fine) incontrassero per la prima volta la loro eco nella tesi giovanile. La fisionomia di Benjamin, con cui il libro si apre, è, in questo senso, un ritratto dell’autore, che ci appare sempre più come una delle voci più giuste nella filosofia italiana del Novecento». – Giorgio Agamben
Gianni Carchia (Torino 1947 - Vetralla 2000) è stato uno dei più importanti e originali filosofi italiani del secolo scorso. Le sue ricerche hanno spaziato dall’estetica alla filosofia antica, dall’antropologia alla filosofia politica. Tra le sue opere ricordiamo: Estetica ed erotica (Milano 1981), Dall’apparenza al mistero (Milano 1983), ripubblicati in un unico volume dal titolo Immagine e verità (Roma 2003); La legittimazione dell’arte (Napoli 1982), Il mito in pittura (Milano 1987), Retorica del sublime (Roma-Bari 1990), Arte e bellezza (Bologna 1995), L’estetica antica (Roma-Bari 1999), Dizionario di estetica (in collaborazione con Paolo D’Angelo, Roma-Bari 1999).
Di Gianni Carchia Quodlibet ha pubblicato La favola dell’essere. Commento al Sofista (1997), L’amore del pensiero (2000) e Nome e immagine (2010). Con Orfismo e tragedia Quodlibet dà inizio alla pubblicazione sistematica delle opere di Gianni Carchia.