Questo breve saggio è il frutto di una imponente indagine condotta dall’autore intorno a tutte le tracce e i segnali disseminati da Antonin Artaud nel gigantesco corpus della sua opera.
A ricognizione avvenuta, l’autore dispone così degli strumenti atti a disegnare finalmente una inedita ricomposizione del pensiero artaudiano: ne emergono, tra l’altro, un nuovo discorso unitario sul senso dell’Arte e una lucida intelligenza della letteratura iniziatica.
Crollano, come castelli di carta, gl’innumerevoli, fuorvianti, luoghi comuni che sin qui hanno voluto ridurre – con inutile tenacia e attraverso una nebbia di chiacchiere – il ruolo di Artaud alla sola, parziale figura del teatrante, magari geniale.
E si scopre un «nuovo» Artaud, un uomo che, attraverso il dolore di mille sofferenze, ha mantenuto fermo lo sguardo, senza compromessi, sui segni «efficaci»: quelli capaci – ben oltre il solo fatto teatrale – di consentire una interpretazione diversa, provocatoria, pur di portata universale, circa il senso stesso dello stare noi oggi al mondo.
Wilson Saba è nato in Sardegna. Si è laureato alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna. Vive e lavora a Roma, dove (dal 1999 al 2005) ha interpretato diversi film per il cinema e la TV. Ha scritto i romanzi Sole & baleno (Ed. Il Foglio, 2005, Selezione Premio Strega 2006, Premio Piccola Editoria di Qualità 2006) e Giorni migliori (2008), edito da Bompiani. Il punto fosforoso è il suo primo saggio.