A cura di Elisabetta Basso
Introduzione di Francoise Dastur
Il sogno (1928) di Ludwig Binswanger costituisce un tassello fondamentale per comprendere il progetto teorico dello psichiatra svizzero, che all’epoca della stesura di questo «prezioso libretto sul sogno» – come ebbe a definirlo Sigmund Freud – si trovava a un punto di svolta tra psicoanalisi e fenomenologia. Attraverso la problematica del ruolo che il sogno riveste nella dinamica della «vita psichica», questo saggio – che nel suo intento iniziale si proponeva quale completamento della parte storico-letteraria dell’Interpretazione dei sogni freudiana – getta luce sulla totalità dell’opera binswangeriana rivelandone una posta in gioco tutt’oggi di grande attualità: ovvero la relazione della psichiatria con l’esistenza e la sua storicità.
In questo volume, non ci troviamo unicamente al cospetto di un’erudita rassegna di testi che l’Occidente ha consacrato al sogno – frutto del grande interesse che Binswanger ha sempre mostrato per la letteratura, la poesia, l’arte e la filosofia. La cosa più importante è che tali interessi si innestano appieno nell’originale orizzonte epistemologico che egli va costituendo, il che gli procurerà fra i suoi lettori più attenti alcuni grandi nomi non solo della psicoanalisi e della psichiatria contemporanee, ma anche della filosofia, non ultimi quelli di Jean-Paul Sartre, Maurice Merleau-Ponty e Michel Foucault.
Ludwig Binswanger (1881-1966) è stato uno dei massimi rappresentanti della psichiatria fenomenologica del XX secolo. Allievo di Bleuler e Jung, ha inizialmente lavorato presso le Cliniche psichiatriche universitarie di Zurigo e Jena. Tra il 1911 e il 1956 ha diretto il Sanatorium Bellevue di Kreuzlingen (Svizzera), trasformandolo in un vero e proprio centro di iniziativa culturale (oltre che terapeutica) che ha visto il passaggio di svariate personalità del mondo filosofico e scientifico novecentesco. Influenzato tanto dalla psicoanalisi freudiana quanto dalla fenomenologia di Husserl e dall’analitica esistenziale di Heidegger, con la sua Daseinsanalyse ha tentato un nuovo approccio alla malattia mentale che pone al centro la specificità dell’uomo e il suo primato ontologico. Tra le sue opere: Sulla fuga delle idee (1933), Grundformen und Erkenntnis menschlichen Daseins (1942), la raccolta di casi clinici Schizophrenie (1957), Melanconia e mania (1960), Delirio (1965). Di Ludwig Binswanger Quodlibet ha pubblicato: Henrik Ibsen. La realizzazione di sé nell’arte (2008), Il sogno. Mutamenti nella concezione e interpretazione dai Greci al presente (2009).