Catalogo / Diario

ISBN 9788874622795
2010, pp. VIII-856
150x215 mm, brossura
Riproduzione fotografica integrale
€ 46,00
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Il libro

«La decisione di fare insieme una nuova rivista e di chiamarla “Diario” nacque nel 1984. Si trattava di prendere atto del cambiamento dello scenario sociale e politico, contro la falsa coscienza di una sinistra che si immaginava immune dal contagio della cultura dominante, convinta di aver conservato una sua diversità culturale, come se la società italiana non aspettasse altro che di essere guidata e salvata.
Per molti anni, se non per decenni, il marxismo aveva monopolizzato la critica della società, mettendo in ombra una serie di autori che ci parvero invece estremamente utili per capire sia il passato che le trasformazioni in atto. Autori che andavano secondo noi riletti senza troppe cautele interpretative e istruzioni per l’uso: pubblicammo innanzitutto Kierkegaard e Leopardi, cui seguiranno nei numeri successivi Baudelaire, Herzen, Thoreau, Tolstoj, fino ad autori eterodossi del Novecento come Simone Weil e Orwell.
Il numero dieci, nel 1993, fu l’ultimo. In realtà, avremmo potuto continuare a lungo con la nostra “opera a puntate”, con il nostro giornalismo inattuale, semplicemente sviluppando e ripetendo, come avviene normalmente in ogni rivista militante. Ma la nostra era stata un’impresa letteraria, più precisamente “diaristica”: quello che soprattutto valeva per noi era l’aver scritto, senza riferimenti politici e in solitudine, contro il mito della politica, la nuova classe media universale e lo strapotere delle comunicazioni di massa. Negli anni Novanta avevamo di fronte una situazione che confermava le nostre più pessimistiche intuizioni e avremmo avuto più da ripetere che da scoprire.
I due autori concordano nel considerare quegli anni i più liberamente e felicemente produttivi della propria attività letteraria. Scrivendo “Diario”, ci siamo sentiti politicamente impegnati come mai prima».
P.G.B. e A.B.

Alcune pagine
Piergiorgio Bellocchio

Piergiorgio Bellocchio (Piacenza 1931 - Piacenza 2022) ha fondato con Grazia Cherchi e diretto per oltre vent’anni i «quaderni piacentini» (1962-84). Ha poi pubblicato «Diario», rivista “personale” interamente scritta con Alfonso Berardinelli (reprint integrale, Diario. 1985-1993, Quodlibet 2010). Dal 1977 al 1980 ha diretto a Milano la casa editrice Gulliver. Ha collaborato a vari periodici («Questo e altro», «Rendiconti», «Linea d’ombra», «Panorama», «Illustrazione italiana», «Tempo illustrato», «l’Unità»-Libri, «Paralleli», «King»), ha scritto prefazioni, voci per opere miscellanee, note di costume. Ha esordito come narratore con tre racconti, I piacevoli servi (Mondadori 1966). La sua produzione critico-saggistica è raccolta in Dalla parte del torto (Einaudi 1989), Eventualmente (Rizzoli 1993), L’astuzia delle passioni. 1962-1983 (Rizzoli 1995), Oggetti smarriti (Baldini&Castoldi 1996), Al di sotto della mischia. Satire e saggi (Libri Scheiwiller 2007). Con Gianni D’Amo ha promosso a Piacenza nel 2006 l’associazione Cittàcomune, tuttora in piena attività.

Nella fotografia: Piergiorgio Bellocchio, ritratto a Milano nel 1995 da ©Vincenzo Cottinelli

Vai alla lettura Dalla parte del torto, tratta da «Diario» 1985-1993

Alfonso Berardinelli

Alfonso Berardinelli è uno dei critici e saggisti più attivi e originali tra fine Novecento e Duemila. Si ricordano qui solo alcuni dei suoi libri: La poesia verso la prosa (1994), La forma del saggio (2001), Poesia non poesia (2008), Giornalismo culturale (2021), Un secolo dentro l’altro (2022) e Antinomie. Letteratura, intellettuali, idee (2023). Presso Quodlibet sono apparsi Casi critici. Dal postmoderno alla mutazione (2007), Diario 1985-1993 (con Piergiorgio Bellocchio, riproduzione fotografica integrale dei dieci numeri della rivista, 2010) e L’ultimo secolo di poesia italiana. Testi e ritratti (2003).

© Fotografia di Dino Ignani

Pubblicazioni dell'autore
Alfonso Berardinelli

L’ultimo secolo di poesia italiana

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Un seme di umanità

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Casi critici

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