A settant’anni dalla sua tragica scomparsa, l’opera di Walter Benjamin continua a suscitare un fervido interesse, soprattutto per le sue rivoluzionarie aperture nei confronti di un nuovo modo «politico» di concepire la storia, l’arte e la tecnica, al tramonto dei tradizionali paradigmi filosofici di comprensione dell’esistente. Ma proprio in quanto assume le forme del saggio, dell’articolo, della recensione, essa è rimasta spesso vittima del suo stesso carattere frammentario, che ne ha ostacolato la collocazione perspicua nell’ambito del pensiero. Con l’intento di sopperire a tale difficoltà, questo libro fornisce una lettura selettiva ma unitaria della produzione di Benjamin, individuando la «costellazione» che ne costituisce la struttura portante – quella di Barocco, Moderno e Avanguardia –, e delineando la «costellazione di pericoli» contro cui essa, a detta dello stesso Benjamin, storicamente si è mossa, quella del nazismo e dei suoi supporters.
Ma questo studio è anche un contributo alla storia dell’estetica contemporanea. Sia perché a tema, in esso, sono l’arte, la pittura, la poesia, la letteratura, l’architettura, come furono concepite da Benjamin e dagli autori con i quali, e contro i quali, la sua opera ebbe a che fare. Ma anche, e soprattutto, perché Benjamin ci ha insegnato a considerare un problema estetico non solo l’arte, ma anche la tecnica in sé e la tecnologia delle immagini, la fotografia, il cinema, la pubblicità, nonché, più in generale, tutte le forme concrete della cultura urbana, e la forma stessa della metropoli, in cui l’arte in senso stretto si traduce in comunicazione, mobilitazione, prassi. Di qui si pone il compito ultimo di delineare il profilo dell’estetica benjaminiana della storia, nei suoi tratti arcaici (astrologici, fisiognomici e messianici) e moderni (tecnologici, dialettici e materialistici), al fine di verificarne l’attualità in un mondo postmoderno dove la logica dell’immagine, dello spettacolo e del simulacro sembra avere fatto piazza pulita di ogni autentico senso storico.
Giovanni Gurisatti insegna Storia dell’estetica contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova. Studioso di Schopenhauer e dell’estetica del Novecento, traduttore di Heidegger, al pensiero di Benjamin ha dedicato vari saggi e una monografia, Scrittura e idea. Introduzione alla lettura della «Premessa gnoseologica» al «Dramma barocco tedesco» di W. Benjamin (Tamoni 1992). A una originale contestualizzazione «fisiognomica» dell’opera benjaminiana è rivolto anche il suo Dizionario fisiognomico. Il volto, le forme, l’espressione (Quodlibet 2006).