A cura di Alberto Bertagna
Paesaggi fatti ad arte non significa volgarmente “paesaggi ben fatti”, “condotti a perfezione” secondo regole dedotte dall’esperienza o derivate dallo studio. Né artato né artistico, insomma: piuttosto artefatto, il paesaggio che qui si disegna. Fatti ad arte vale come evidenziazione dell’intervento umano sul reale.
Iniziato da un convegno internazionale tenutosi presso l’Università Iuav di Venezia nel 2007, il percorso che trova ora la sua seconda emergenza origina dalla volontà di intrecciare le discipline verso una dimensione culturale prima che progettuale. I saggi raccolti muovono dal, o approdano al, mondo dell’arte, incrociando questioni dell’architettura e dell’urbanistica e proponendo una via comune alla definizione dei luoghi, fisici o mentali.
Esiste però una dimensione altra che attraversa i testi raccolti e traduce l’apparente “intempestività” del titolo in una efficace attualità: oggi che progressivamente, ai sensi della Convenzione Europea del Paesaggio, si libera il paesaggio da un suo essere necessariamente “fatto ad arte”; oggi che sempre più paesaggio diventa ogni ambito di attività umana, compresi quelli prima “rifiutati”, il modo dell’ambiguo, del contaminato, dell’innaturale sembra realmente quello più pertinente per ragionare sul paesaggio, e quello più urgente.
Il volume è articolato in tre sezioni e include contributi di Renato Bocchi, Agostino De Rosa, Enrico Fontanari, Angela Vettese, Alberto Bertagna, Valeria Burgio, Pippo Ciorra, Antonello Frongia, Javier Maderuelo, Sara Marini, Udo Weilacher, Marina Ballo Charmet, Paolo Bürgi, Sandro Marpillero, Philippe Rahm.