Catalogo / Dove va la cultura europea?

Dove va la cultura europea?
Relazione sulle cose di Ginevra
A cura di Luca Baranelli
Con un saggio di Daniele Giglioli
ISBN 9788874624171
2012, pp. 72
120x180 mm, brossura con bandelle
€ 9,00
€ 8,55 (prezzo online -5%)
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Il libro

«È ingenuità riunire un congresso sullo “spirito europeo” per poi consigliargli di espungere la politica dalla propria competenza. A meno che la cultura non pretenda di giungere al suo estremo della presa di coscienza per isolarsi e trovare nella propria giustificazione un alibi e un pretesto all’inazione. In senso peggiorativo, potrebbe ben darsi che questa fosse una definizione dell’Europa; e non è da escludere che essa sia questo scadimento (che è morale) d’una cultura a metodo scolastico. Se la reazione consiste nel frenare arbitrariamente lo sviluppo d’un processo dialettico, nel rifiutarsi alle deduzioni necessarie, sarà lecito senza peccato di demagogico vocabolario chiamare reazionaria una cultura che, giunta alla sua presa di coscienza, si rifiuti di convertirsi in azione».
Queste parole si leggono nel reportage che il giovane Contini, “inviato” a Ginevra,  scrive nel 1946 per la «Fiera letteraria». In esso sfilano e si confrontano alcuni protagonisti della cultura europea: Lukács, Jaspers, Spender, Bernanos, Benda, Merleau-Ponty, un giovanissimo Starobinski, per ricordare i più noti. L’occasione è la prima di quelle Rencontres internationales de Genève che da allora, con cadenza biennale, hanno discusso temi cruciali della nostra epoca. Fra le reazioni a caldo, spicca quella di Montale, che congratulandosi in una lettera a Contini per «il bellissimo, magistrale rendiconto», aggiunge: «quanta soddisfazione mi ha dato sentir toccare come tu solo puoi fare i punti che più c’importano, nel tuo reportage di Ginevra. Raramente ti eri scoperto così e avevi parlato anche per altri con tanta autorità».

L'autore
Gianfranco Contini

Gianfranco Contini (Domodossola, 4 gennaio 1912-1° febbraio 1990) ottenne nel 1938 la cattedra di filologia romanza all’Università di Friburgo. Nel 1944 partecipò all’esperienza della Repubblica partigiana dell’Ossola nelle file del Partito d’Azione. Dopo la guerra insegnò a Friburgo fino al 1952; ebbe poi la cattedra all’Università di Firenze e infine alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Accademico della Crusca e dei Lincei, presiedette la Società Dantesca Italiana.
Della sua ricchissima bibliografia vanno segnalate almeno le fondamentali edizioni delle Rime di Dante (Einaudi, 1939) e dei Poeti del Duecento (Ricciardi, 1960); gli studi raccolti in Varianti e altra linguistica (Einaudi, 1970) e in Altri esercizî  (ivi, 1972); il Breviario di ecdotica (Ricciardi, 1986); Ultimi esercizî ed elzeviri (Einaudi, 1987); gli scritti su Dante, Montale, Gadda (Einaudi).

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