"… una tua tettina, da tenere in tasca,
per farle ciao,
mentre cerco il fazzoletto".
Poesie che si leggono come prose, con grande piacere, con un leggero sorriso e l’incanto che si stende sulle umili cose della vita comune.
Nate in dialetto (quello parlato sul Po al confine tra Mantova e Modena) sono date dall’autore nella versione in italiano; il dialetto è la condizione inventiva, ma per essere lette da chi non lo parla sono state tradotte, come si traduce normalmente e giustamente da una lingua straniera. In appendice l’originale, per chi invece quel dialetto lo capisce.
Forse il parente più stretto poeticamente è Raffaello Baldini di Santarcangelo di Romagna, che infatti Giovanni Previdi ammira molto e da cui dice di aver molto imparato.
Alcune poesie sono state pubblicate in rivista con vari incoraggianti apprezzamenti.
Giovanni Previdi è un giovane autore, nato a Carpi nel 1977; vive a Bologna dove lavora in una libreria del centro. Ha partecipato tra l’altro alle riscritture delle Novelle stralunate dopo Boccaccio (Quodlibet, 2012).