Testo latino e traduzione italiana
A cura e con un saggio introduttivo di Vincenzo Lavenia
Pubblicato a Roma nel 1535, il Democrates di Sepúlveda ha ispirato la rinascita dello stoicismo moderno. Testo polemico rivolto contro Erasmo e Machiavelli, il dialogo rispose alle inquietudini del tempo trattando del problema della guerra e della sua legittimità morale per i cristiani. Si poteva esercitare serenamente il mestiere delle armi tenendo conto dei precetti del Vangelo? Si poteva accordare l’etica antica e mondana della gloria con quella della pietà? Richiamandosi a Cicerone e ad Aristotele, Sepúlveda respinse il pacifismo erasmiano, esaltò la potenza spagnola e replicò alle pagine corrosive di Machiavelli sul rapporto tra cristianesimo, decadenza politica e virtù militare. Il Democrates, inoltre, costituì il primo momento in cui Sepúlveda elaborò una dottrina della guerra umanitaria che servì come base per la legittimazione dell’imperialismo coloniale europeo.
Juan Ginés de Sepúlveda nacque a Pozoblanco, diocesi di Córdoba, nel 1490. Formatosi a Bologna nei primi anni del Cinquecento, fu un commentatore e traduttore dei testi di Aristotele e di Cicerone. Durante il soggiorno italiano scrisse diversi dialoghi e un’opera polemica contro Erasmo; dopo il 1536 ebbe l’incarico di cronista di Carlo V e fece ritorno in Spagna. Stimato per la sua cultura classica, si alienò la simpatia di molti teologi del tempo attaccando le tesi sulla guerra di Francisco de Vitoria e Bartolomé de Las Casas. Morì nel 1573 lasciando inedite molte opere e i suoi scritti storici.