Testo latino a fronte
A cura e con un saggio introduttivo di Aldo Andrea Cassi
Il volume propone per la prima volta al lettore italiano l’edizione di un testo fondamentale per la comprensione dell’ampio dibattito svoltosi in età moderna sulla questione della «guerra giusta».
La statura intellettuale dell’autore e la sua ricchezza argomentativa, che richiama e vaglia scrupolosamente le opiniones di numerosi autori della tradizione medievale e del pensiero moderno, fanno della Disputatio De Bello un prezioso punto di riferimento teorico non solo per ricostruire il dibattito sul bellum iustum nel pieno svolgersi dell’aspro periodo di conflitti che gli storici chiamano «secolo di ferro», ma anche per vedere all’opera il nascente diritto internazionale dell’età moderna, di cui Suárez è considerato uno dei fondatori.
Tra ’500 e ’600, in effetti, la riflessione giusinternazionalista fu chia mata a una nuova, avvincente e definitiva sfida. Nuove domande mettevano alla prova i capisaldi della dottrina del bellum iustum: si dà la possibilità di una guerra «giusta» per entrambe le parti? L’intervento bellico «preventivo» per soccorrere gli innocentes (quella che oggi chiamiamo guerra umanitaria) è una «guerra giusta»? Quali azioni sono lecite in bello? Suárez affrontò tutte queste questioni e, come attestano le pagine qui pubblicate, vi rispose con scrupolo investigativo e dovizia argomentativa, facendo della disputatio sulla guerra un testo di riferimento per il dibattito dell’epoca e una fonte indefettibile per la storiografia odierna.
Francisco Suárez, divenuto noto con il titolo di Doctor Eximius, il massimo teologo della Com pagnia del Gesù – ma anche, ricorrendo alle categorie odierne, filosofo, giurista, politico e moralista – fu tra i protagonisti di quella straordinaria esperienza intellettuale denominata Siglo de Oro. Nacque a Granada nel 1548. Studiò diritto e, entrando giovanissimo nell’ordine dei gesuiti, filosofia e teologia all’università di Salamanca. La triplice matrice della sua formazione intellettuale giocò un ruolo fondamentale nell’elaborazione più matura del suo pensiero. Insegnò filosofia e teologia nei principali gangli culturali della Spagna (Salamanca, Segovia, Valladolid, Avila) e fu chiamato poi a Roma, dove dal 1579 al 1585 tenne le lectiones (tra cui quelle de bello qui èdite) alla prima cattedra di teologia presso il Collegio Romano, la più importante università gesuitica. Filippo II (che nel 1580 aveva congiunto la corona spagnola e quella portoghese) lo volle all’università di Coimbra, dove Suárez raggiunse l’apice della fama. Quest’ultima non lo preservò da problemi con la censura del S. Uffizio per alcuni passi della sua dottrina sul sacramento della confessione. Ciononostante, lo stesso papa Clemente VIII richiese la sua opinione per dirimere la diatriba de auxiliis (gli aiuti della Grazia in rapporto alla libertà umana), vivacemente discussa all’epoca. Morì a Lisbona nel 1617, lasciandoci, tra le altre opere, le Disputationes metaphysicae, apparse nel 1597, il celeberrimo De legibus et Deo legislatore (1612) e il De triplici virtute, pubblicato postumo nel 1621, nel quale è raccolta la Disputatio De Bello èdita nel presente volume.