Quattro bellissimi racconti inediti di Gianni Celati, che continuano idealmente i Costumi degli italiani del 2008, e trattano della vita randagia e molto conturbata dell’epoca tra adolescenza e prima giovinezza. Nel primo si racconta dell’agitazione erotica che serpeggia tra le mura domestiche del narratore, perso nelle «selve amorose» dove chi va sbaglia strada, come dice Ariosto. Poi lo strano caso Mucinelli, un investigatore la cui sola presenza mette in subbuglio l’assessore Rovina e gli altri protagonisti dei corrotti traffici della cittadina. Nel terzo il matrimonio del fratello maggiore con la figlia del ricco industriale Bellavista; e infine la meravigliosa ultima notte di Pucci prima del suo ricovero in manicomio. Emersi dal fondo dei ricordi autobiografici di Celati, questi racconti toccano con una comicità soffusa e una leggera malinconia gli aspetti più riconoscibili e consueti della razza umana.
Gianni Celati, nato da famiglia ferrarese nel 1937, ha
vissuto e insegnato principalmente a Bologna; da oltre
vent’anni vive a Brighton in Inghilterra. Narratore ben
conosciuto e apprezzato, tra i tanti suoi libri Comiche (1971, Quodlibet 2012); Le avventure di Guizzardi (1972),
La banda dei sospiri (1976, Quodlibet 2015), Lunario del
paradiso (1978), Narratori delle pianure (1985), Quattro
novelle sulle apparenze (1987, Quodlibet 2016), Verso
la foce
(1989), Avventure in Africa(1998); inoltre nelle
edizioni Quodlibet: Conversazioni del vento volatore (2011), Studi d’affezione per amici e altri (2016), Narrative
in fuga (2019), Costumi degli italiani. Ha tradotto Swift, Melville, Conrad,
Stendhal, Céline, Joyce; parte dei primi suoi saggi è
raccolta in Finzioni occidentali (1975). Ha diretto come
regista alcuni inusuali e ammirati film documentari.
(Foto: Vincenzo Cottinelli, 1993)