Cento anni fa Georg Simmel intitolava Filosofia del Paesaggio un suo saggio famoso. Oggi, però, il discorso sul paesaggio sembra migrato verso altre discipline, come l’Architettura o l’Ecologia. Questo libro vuole invece riaffermare che il paesaggio è un oggetto precipuo della riflessione filosofica, perché non può essere adeguatamente compreso e salvaguardato se ci si rifiuta di prendere in considerazione la sua dimensione estetica.
Si tratta dunque in primo luogo di ripercorrere la ricca riflessione filosofica sul paesaggio che si è sviluppata nel corso del Novecento, e di qui muovere a comprendere le sfide che pone la situazione del nostro tempo: il rapporto tra paesaggio e arte, in particolare quello con il cinema e con l’arte ambientale; il confronto critico con l’estetica ambientale e i suoi tentativi di dissolvere il paesaggio nell’ambiente; i diversi orientamenti dell’estetica e dell’ecologia. Ma si tratta anche di capire quale idea del paesaggio stia dietro gli interventi concreti che su di esso si attuano, e in particolare quali concezioni fondano le politiche di tutela e riqualificazione, nella convinzione che il modo in cui ci rappresentiamo il paesaggio risulta decisivo per il modo in cui lo abitiamo.
Paolo D’Angelo è professore ordinario di Estetica presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre. Con Quodlibet ha pubblicato: Ars est celare artem. Da Aristotele a Duchamp (2005, 2014, tradotto in inglese e giapponese); Cesare Brandi. Critica d’arte e filosofia(2006); Le arti nell’estetica analitica (2008); Filosofia del paesaggio (2010, 2014); Il problema Croce (2015)Attraverso la storia dell’estetica. Vol. I: Dal Settecento al Romanticismo (2019) e il Vol. II: da Kant a Hegel. Tra gli altri suoi lavori ricordiamo: Estetica (Laterza, 2011); Le nevrosi di Manzoni (il Mulino, 2013); L’estetica del Romanticismo (il Mulino, 2018).