A partire da una profonda conoscenza della letteratura messicana e ispanoamericana Gonzalo Celorio, uno dei più lucidi intellettuali messicani contemporanei, guida il lettore in un percorso che attraversa cinque secoli di storia e una vasta geografia letteraria. Se, infatti, il barocco europeo fu il linguaggio della controriforma, il barocco americano, prendendo le distanze dai canoni europei e caricandosi di elementi autoctoni, si trasformò nel linguaggio della controconquista. Celorio affronta poi Cuba e l’opera di autori come Alejo Carpentier o Guillermo Cabrera Infante, per presentare infine una panoramica della narrativa cubana più recente. Si sposta, in seguito, su autori fondamentali per la letteratura ispanoamericana del Novecento, da Cortázar e le sue contranovelas che rompono gli schemi conosciuti alla letteratura fantastica ispanoamericana, dal Realismo Magico di García Márquez alla presentazione della multiforme opera di Carlos Fuentes. L’ultima parte è dedicata invece ad alcuni grandi nomi della poesia messicana, come Ramón López Velarde e Xavier Villaurrutia, e alla rappresentazione letteraria di Città del Messico, in cui la megalopoli diventa luogo di creazione e di memoria condivisa.
Gonzalo Celorio (Città del Messico, 1948) è uno dei più importanti intellettuali messicani contemporanei. Saggista, narratore e critico letterario, insegna dal 1974 presso l’Università Nazionale Autonoma ed è stato invitato da numerosi altri Centri di Ricerca, nazionali e internazionali. È membro dell’Accademia Nazionale Messicana, e ha scritto numerosi saggi sulla storia letteraria e la cultura messicana. È anche autore di tre romanzi, di cui due tradotti in italiano: Non chiamarmi Ramón (Omicron, 1995) e Tre belle cubane (Neri Pozza, 2009). Nel 2010 ha ricevuto il Premio Nacional de Literatura per l’insieme della sua opera.