Il periodo tra il 1966 e il 1969 è segnato da sintomi di uno sconvolgimento artistico, risultato anticipatorio delle vicende linguistiche che, dopo la Pop Art, hanno dato corpo alla Minimal Art, alla Conceptual Art, alla Land Art, all’Arte povera e alla Body Art. Questa precronistoria, stesa da Germano Celant nel 1972 e pubblicata nel 1976 da Centro Di, Firenze, prende in esame gli avvenimenti collettivi – costituiti principalmente da mostre e da fonti scritte, quali saggi, pubblicazioni e dichiarazioni – che prefigurano questi movimenti, affermatisi anche per l’uso di media tecnologici o non tradizionali, quali fotografia, videotape, disco, libro e film. Il materiale raccolto è di tale importanza storica da spingere l’autore e l’editore a proporne, cinquant’anni dopo, una riproduzione fotografica con un nuovo saggio introduttivo. Il volume risulta fondamentale, ancora oggi, per la conoscenza e per lo studio, critico e teorico, degli avvenimenti artistici di quegli anni.
«Cercare la fonte storica per accedere alla logica di Precronistoria 1966-69 significa immergersi nel clima artistico e teorico da cui è scaturita. Implica affrontare il periodo in cui gli eventi dell’arte internazionale hanno costituito uno strappo linguistico rispetto alle avanguardie storiche, perché si sono affidate ad un processo non rappresentativo, in cui la materia si dona: appare nella sua concretezza e nella sua fisicità senza sottendere un soggetto o una figura.»
Germano Celant (Genova, 1940 – Milano, 29 aprile 2020) è stato storico, critico e teorico dell’arte, internazionalmente conosciuto per la sua teorizzazione dell’Arte Povera. Ha curato mostre in tutto il mondo e pubblicato oltre centinaia di libri e cataloghi. È stato contributing editor per «Artforum» e «Interview Magazine», New York, e ha scritto
per le riviste italiane «L’Espresso» e «Interni». Nel 2013 ha ricevuto il The Agnes Gund Curatorial Award da parte dell’Independent Curators International, New York. È stato senior curator al Solomon R. Guggenheim Museum di New York dal 1989 al 2008, nel 1996 è stato co-direttore artistico della prima Biennale di Firenze, nel 1997 direttore della 47. Biennale di Venezia e supervisore artistico della programmazione di Genova 2004, Capitale Europea della Cultura. È stato direttore e soprintendente artistico e scientifico della Fondazione Prada, curatore della Fondazione Aldo Rossi a Milano e della Fondazione Annabianca e Emilio Vedova a Venezia. Di recente ha curato la mostra Arts & Foods. Rituali dal 1851 per il Padiglione d’Arte di Expo 2015 alla Triennale di Milano e nel 2016 è stato project director di The Floating Piers, opera di Christo e Jeanne-Claude al Lago d’Iseo.
Tra le ultime pubblicazioni dell’autore si ricordano: Arts & Foods (Electa, 2015), Gianni Piacentino (Fondazione Prada, 2015), Aldo Rossi. Opera Grafica (Silvana Editore, 2015), William N. Copley (Fondazione Prada, 2016), Christo and Jeanne-Claude. Water Projects (Silvana Editore, 2016), Virginia Dwan and Dwan Gallery (Skira, 2016), Pop Art & Warhol (Abscondita, 2016), Mimmo Rotella. Catalogo ragionato 1944-1961 (Skira, 2016). Per Quodlibet ha pubblicato Precronistoria 1966-69 (2017) e Architettura + Design (2018)