«Bellum civile è la storia di come il giovane Bort diventa uomo nell’angolo morto d’una guerra civile persa. In fondo scorre il fiume Teti, immenso, bianco, sbarrato a monte da una piazzaforte. L’epicentro è Lotario, nella valle dell’Issopo. Il governo si è virtualmente arreso. L’Intendente e l’alfiere Arete scavano la fossa al maggiore Moia, vecchio stratega malato. I perdenti cercano vie d’uscita a buon mercato. Bort milita in un plotone d’esploratori comandato da Ruy e l’avventura riempie un inverno secco, da San Martino all’ondata tiepida dopo la Merla».
Italo Calvino scelse questo romanzo per la casa editrice Einaudi che lo pubblicò nel 1979 con il titolo Passi d’arme. Di questa prima versione restano trama, nomi e fondali. Questa edizione appare con profonde varianti. Negli anni Settanta il «Times Literary Supplement» segnalava: «Cordero è l’ultima specie d’uomo che vi aspettereste dalla scena culturale italiana, nemico dei pensieri superficiali e malfermi», e ancora «libro di una prosa trasparente, incisiva, pericolosamente satura di pensiero».
Franco Cordero (Cuneo, 1928) è professore emerito di procedura penale presso l’Università La Sapienza. In materia circolano testi suoi fondamentali. Aperta da Genus, De Donato, Bari 1969 (premio Viareggio opera prima 1969), la sua escursione letteraria include romanzi, pamphlet, saggi, tra i quali ricordiamo: Le strane regole del signor B., Garzanti, Milano 2003 (premio Bagutta 2004); Fiabe d’entropia, Garzanti, Milano 2005 (premio Brancati 2005); Savonarola, Bollati Boringhieri, Torino 2009, 4 voll. L’ultimo titolo è stato Morbo italico, Laterza, Roma-Bari 2013. Da Quodlibet ha pubblicato Rutulia (2016) e Bellum civile (2017).