«Pianoterra era il titolo che suggerii ai redattori del quotidiano “Avvenire” quando mi chiesero di riempire per un anno il fondopagina del loro supplemento letterario. Ignorarono serenamente la proposta, preferendo la sigla austera Scriptorium. Potevo scriverci quello che mi pareva, a scadenza quindicinale: ne ho approfittato. Qui sono raccolti i frutti di un anno d’“Avvenire”.
Pianoterra è il mio punto di vista sul mondo, uno fra gli altri che non chiede permesso per vedere più da vicino e che non può sollevarsi più in alto della punta delle proprie scarpe. È una mezza enciclica rivolta a una stanza di amici che mi ospitano tra loro come un nonno randagio». – E. D. L.