A cura e con una nota di Anna Luce Lenzi
L’osteria più che un luogo è un’atmosfera, un crocevia di attese che sfumano in altre attese; è uno schermo grigio su cui scorre uno spettacolo di malinconia ferita e velleitariamente ribelle, contraddetta solo dalla corposità offensiva dell’oste panciuto e dalla lancinante nudità dei passeri infilati nello spiedo dell’operosa cucina; intorno, tra gli avventori, dilaga l’inanità del gesto – il pugno battuto sul tavolo – che dovrebbe far esplodere la ribellione e si accascia, invece, nell’inguaribile stordimento, tra pioggia che scroscia, vino che scorre, voci di canto (sempre la stessa canzone ribalda di piratesca memoria «... ed una pinta di rum») e inquieti presentimenti.
Silvio D'Arzo (Reggio Emilia 1920-1952) è uno pseudonimo di Ezio Comparoni, il più noto tra i molti adottati. E' autore di saggi (Contea inglese, Sellerio 1986), racconti brevi (L'uomo che camminava per le strade, Quodlibet 1993) e racconti lunghi o romanzi (Casa d'altri, Einaudi 1981; All'insegna del buon corsiero, Vallecchi 1942 - Adelphi 1996) tra cui L'osteria.