Catalogo / L'apostrofe muta. Saggio sui ritratti del Fayum

L'apostrofe muta. Saggio sui ritratti del Fayum

Traduzione di Stefano Chiodi

Con 50 illustrazioni in bianco e nero nel testo e 24 tavole a colori fuori testo

ISBN 9788886570275
1998, pp. 154
160x225 mm, brossura con bandelle, con illustrazioni a colori
€ 24,79
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Il libro

“I vivi si scoprono, ogni volta, al mezzogiorno della storia. Essi devono preparare un pasto per il passato. Lo storico è l’araldo che invita i defunti al banchetto”, scrive Walter Benjamin. Con i ritratti del Fayum è un po’ come se i defunti si invitassero da soli, senza invadenza, con la sola forza del loro volto. I ritratti del Fayum, i loro volti, ci guardano come da un luogo neutro, che non è né la morte né la vita, da un passato remotissimo che raggiunge come per miracolo il nostro presente. Rappresentare l’individualità di un volto è come fare il calco dell’individualità in se stessa: individualità di ogni volto, individualità dell’essere o dell’essere stati quel volto, ogni volta l’unico, l’ultimo, il solo fatto a quel modo, durante la vita e nella morte. Con l’arte del Fayum è come se la finitezza che spettava solo agli dèi o ai re fosse stata concessa all’uomo, ma con dolcezza, senza alcuna appropriazione, come una patina estremamente sottile – una pelle, un pigmento, un incarnato. Con questi volti viene conservata e trasmessa sino a noi una scintilla della cultura dell’Egitto greco-romano, in una perennità rituale in cui il sacro – il legame della vita con la morte – si manifesta nella luce tenue, uniforme, in cui si schiudono i grandi occhi di donne, uomini, fanciulli. I ritratti del Fayum parlano, benché muti, della morte che accompagna la vita, ci dicono “quel che era l’essere”, l’essere vivi, in quel tempo e in quel luogo. Senza aneddoti, senza dettagli, senza messa in scena, fanno trasparire l’essenza nella superficie, in una lunga catena ove i vivi sono i morti e i morti i vivi.

Indice
  • Nota preliminare
  • Invito - «Hai dipinto il ritratto di un morto»
  • Una popolazione silenziosa
  • La bottega
  • La soglia
  • «Il succo dei frutti caduti allora»
  • Il sudario del museo Puškin
  • La terra che ama il silenzio
  • Il ritratto e l’assenza
  • Buona fortuna!
  • Un volto al posto di una maschera
  • L’apostrofe muta
  • La partenza del volto
  • «Il sogno di un ombra»
  • Indice dei nomi
L'autore
Jean-Christophe Bailly

Jean-Cristophe Bailly (Parigi, 1949), insegna alla Ecole de la Nature et du Paysege di Blois. Autore di saggi (Regarder la peinture, Hazan, 1992; Adieu, ed. de l'Aube, 1993; Le propre du langage, Seuil, 1997), ha pubblicato racconti e scritto per il teatro. I suoi lavori sono stati rappresentati anche in Italia (La medesima strada, Milano 1989; Fuochi sparsi, Parma 1994). Ha diretto riviste e collane per importanti editori francesi.

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