La riflessione di Antonio di Campli si colloca in ciò che può definirsi una sorta di letteratura disciplinare di genere. Come ricercatore infatti Antonio di Campli fa parte di una generazione che ha maturato un’interessante esperienza didattica e scientifica internazionale ed utilizza nell’esposizione ed argomentazione delle sue tesi, alla stessa stregua e con la medesima efficacia, elaborazioni teoriche ed esplorazioni di progetto provenienti: da ricerca, esperienze didattiche e professionali.
La ricostruzione del Crystal Palace è un libro composto da due parti. Nella prima parte vengono enunciate alcune originali riflessioni sul progetto urbanistico contemporaneo, osservato dagli ultimi decenni dello scorso secolo fino ad oggi (anni ’00). Le riflessioni messe a punto propongono di proseguire entro la strada del rinnovamento del progetto urbanistico tracciata negli anni ottanta all’interno di importanti esperienze europee di renovatio urbis seppur attraverso una sostanziale critica sugli effetti culturali prodotti dalla realizzazione di spazi urbani lisci e trasparenti .
Nella seconda parte del testo, attraverso alcuni casi concreti, esperienze di ricerca e professionali seguite direttamente dall’autore vengono descritti alcuni tipi di progetto per spazi pubblici in differenti contesti europei ed extraeuropei.
In altre parole, le questioni trattate nel libro vertono sulle pratiche urbanistiche tese alla realizzazione e significazione dello spazio pubblico nella costruzione dello spazio abitabile nei progetti per la città contemporanea. I tre casi selezionati hanno in comune la elaborazione di consistenti e raffinate basi conoscitive che in linea con la tradizione analitica perseguita dall’Urbanista e da altri intellettuali e studiosi proprio negli anni novanta consentono altrettante raffinate interpretazioni del territorio e definizione di temi del progetto.
In sintesi, dunque, la riflessione di Antonio Di Campli si muove entro le seguenti due questioni: la prima verte sull’ipotesi che il progetto dello spazio pubblico degli ultimi decenni dello scorso secolo sia stato un progetto mirato alla realizzazione di uno spazio di consumo, liberista, sovracontrollato; la seconda chiarisce che il giudizio sull’urbanesimo liberista “non equivalga a negare le strategie del progetto urbanistico oggi dominanti: la sostenibilità ambientale ed energetica, il progetto di infrastruttura come progetto di territorio, il palinsesto come tecnica di lettura capace di far emergere valori o elementi di lunga durata, il progetto di città come ricerca della forma urbis o come progetto di paesaggio urbano” che sottende quel progetto, ma che, tuttavia, attualmente, si richieda all’urbanista di rintracciare nuove opportunità più democratiche per il progetto urbanistico contemporaneo.
Quindi l’ipotesi o la traccia di lavoro delineata dall’autore è di tipo cumulativo rispetto alle esperienze del progetto urbanistico del periodo precedente. Le nuove opportunità per il progetto non possono attualmente non affidare la loro rappresentazione al progetto dello spazio pubblico e collettivo ma debbono essere perseguite badando alle differenze di contesti e situazioni culturali specifici. Affermare questo significa affidarsi ancora più caparbiamente e consapevolmente alle capacità di osservazione e comprensione dei territori come possibilità oltre che per comprendere i conflitti sociali e culturali in atto a non annegarli in progetti di spazi acquietanti lisci e trasparenti.L’indagine sulle forme dell’abitare nel villaggio Olimpico, le esplorazioni progettuali sulla città satellite di Meryn a Ginevra, la ricerca sulle strategie di riqualificazione ambientale e urbana delle rive urbane del fiume Magdalena a Barranquilla in Colombia sono i tre casi che l’autore descrive allo scopo di mostrare come sia possibile incrociare differenti punti di vista e saperi per una ricerca dichiaratamente non lineare ma in grado di recuperare a ruolo generatore lo spazio pubblico della città contemporanea per usi collettivi meno commercializzabili e plurali.
I tre casi vengono riportati come esempi di letture pertinenti che segnalano il conflitto sociale e scelgono di rappresentarlo in progetti che necessitano dell’invenzione di nuovi materiali urbani di tipo ibrido, più opachi, di frontiera che includono differenze e con questo divengono veri e propri dispositivi di opportunità culturali.