Una raccolta di saggi, quasi interamente inediti in italiano, in cui l'A. espone il proprio pensiero su argomenti di carattere religioso. In "Vita eterna" e "Il sogno di Mr. Kollerstrom" l'A. mette in evidenza il contrasto fra l'interpretazione dell'immortalità come eterna durata dopo la morte e come eternità extratemporale qui e ora, un'alternativa quest'ultima, a suo avviso, quasi non intelligibile. In "La credenza religiosa" l'A. contesta la tesi propria ad esempio del positivismo logico, secondo cui le affermazioni di fede, gli enunciati metafisici sono discorsi privi di significato, che non possono essere né verificati né falsificati. Nel saggio "Dei" si riflette sulla concezione ordinaria di vita eterna considerata in termini di sopravvivenza, di un tempo che continua dopo la morte: si tratta di un'aspettativa di esperienza, centrale per la vita eterna, ma non basta, proprio perché credere "non equivale unicamente ad aspettarsi un mondo a venire". Infatti per l'A. la religione ha al suo centro domande sul senso della vita, argomenti su cui si può discutere e la disputa può esserci necessariamente solo in questa vita: il credente non tenta di convincere l'agnostico facendo appello al futuro, non gli dice "aspetta e vedrai", ma accetta il confronto ora, consapevole del fatto che la fede è radicata in una promessa, in un domani che quando e se si presenterà non avrà più bisogno di argomenti per essere creduto. A tal proposito l'A. descrive il rapporto tra credenti e atei attraverso la parabola del giardiniere invisibile: due persone trovano in un campo coperto di erbacce alcune piante ancora incredibilmente floride, c'è stato un giardiniere oppure no? Ognuno dei due osservatori vede esattamente gli stessi fatti dell'altro; vedono le stesse cose, ma "ci" vedono cose diverse: l'uno ritiene possibile che ci sia stato un giardiniere a curare le piante rimaste rigogliose, l'altro pensa che ci siano solo erbacce. Non c'è un fatto che possa dirimere la questione ed entrambi possono riconoscere la dignità dell'altro punto di vista ed essere, a volte, tentati persino di caderne. Sempre su questi temi l'A. in "Logica di Dio" precisa che per lui credere in Dio non significa riconoscere esclusivamente un ordine nella natura, dietro a cui potrebbe anche non esserci un'intelligenza personificata, occorre un ordine particolare, potremmo dire "provvidenziale". In "Dio ed il male" l'A. afferma che ci sono dei beni che non potrebbero esistere senza certi mali: questi infatti possono essere compensati dai primi. Una tale concezione rende compatibile l'esistenza del male con un Dio perfetto e onnipotente, proprio perché dobbiamo ammettere la nostra ignoranza su quali mali siano inevitabili per la sussistenza del mondo. Dal punto di vista stilistico e argomentativo, vale la pena osservare che l'A. tende ad esplicitare i due lati di un problema, giustapponendo ai ragionamenti di un certo tipo quelli ad essi contrari. I saggi sono preceduti da un profilo della vita e delle opere dell'A., che serve a contestualizzare meglio il suo pensiero, anche in rapporto agli altri filosofi a lui contemporanei e con cui stabilisce un dialogo.