Recensioni / Preghiera Celati

Ha senso avere nostalgia di qualcosa che non si è vissuto? Gianni Celati in “Conversazioni del vento volatore” (Quodlibet) racconta, fra le altre cose, il suo soggiorno americano nei primi Anni Settanta. “Sono andato ad abitare in una grande casa di legno, dove la porta d'ingresso era sempre aperta. Non esisteva una chiave per chiuderla. Quel senso di certezza che nessuno venisse a rubare in nostra assenza (nei periodi di vacanza la casa restava vuota del tutto), mi dava un po' alla testa. Mi sembrava il segno d'essere in uno spazio edenico”. Nota bene: Celati non abitava in Alaska o sulle Montagne Rocciose ma nel bel mezzo dello stato di New York. Per la precisione a Ithaca, nella stessa contea dove si era appena svolto il festival di Woodstock. Quindi il paradiso in terra è esistito, magari solo per qualche mese da qualche parte ma è esistito. Sono perfettamente consapevole che si trattò di circostanze storiche irripetibili, ciò nonostante sono nostalgico di quelle estati di Pace & Amore & Onestà conosciute sui libri. Forse perchè vivo in una casa con quattro porte blindate.