Recensioni / Bambini in guerra. Raccolta di poesie di De Signoribus

Difficile ascrivere a un qualche genere poetico l’ultima raccolta di poesie di Eugenio De Signoribus. Se la gravità del tema trattato (la guerra in Afghanistan, i bombardamenti sui civili) indurrebbe il critico a parlare di poesia realistica, lo stile e la forma fanno saltare ogni possibile etichettatura. Da sempre autore latamente politico, in questa Memoria del chiuso mondo (Quodlibet) «dedicata a qui popoli inermi e spaventati che si ritrovano a subire le devastanti guerre delle cosiddette superpotenze», De Signoribus ha adottato infatti la misura metrica della sestina di ottonari. Non c’è nessun moralismo, l’autore lascia la “voce” a un bambino afghano che vede la realtà con gli occhi occhi semplici dell’infanzia. È qui, dentro la tragedia della guerra (nella “memoria” del male), nella facile musicalità delle rime e del metro, che il lettore può cogliere la poetica di questa raccolta, dolorosamente affidata a un ritmo infantile e cantilenante per raccontare il dolore del mondo, senza soccombere.