Può capitare nella vita, e ad alcuni succede spesso, di traslocare, di
passare da un appartamento all’altro, da una città all’altra. Con questo
sistema la casa te la porti dietro. Apri un unico mobile ed esce il
letto, la scrivania, il fornello, insieme a tutto ciò che serve per un
abitare confortevole e “civile”. L’idea è di Nicola Flora: molisano di
origine, napoletano di adozione, il prof. Flora insegna Architettura
degli interni alla relativa facoltà dell’Unicam, l’Università di
Camerino, nella sede distaccata di Ascoli. Con il suo gruppo di lavoro,
composto da colleghi, ma soprattutto da un nucleo di studenti – e chi
insegna sa che il vero valore aggiunto nei progetti sono proprio i
giovani studenti, motivati ed entusiasti –, ha realizzato negli ultimi
anni una serie di prototipi del suo mobile delle meraviglie, affidando
la parte teorica a un volume dal titolo “Per un abitare mobile”,
pubblicato nei mesi scorsi dalla casa editrice Quodlibet di Macerata.
Insomma, nel nostro territorio allargato – che comprende Macerata, il
suo entroterra, e Ascoli – si è chiuso il cerchio virtuoso di cui tanto
si parla (ma non troppo spesso si realizza): l’unione tra la teoria, che
l’insegnamento universitario e accademico è in grado di offrire, e la
sua applicazione pratica.
L’idea del prof. Flora consiste nella progettazione di una struttura che
contiene gli elementi fondamentali dell’abitare – il tavolo, la
scrivania, il letto, gli elettrodomestici principali, e tutti gli
oggetti affini –, chiusi in un “armadio” le cui misure attuali sono di 2
metri per 1,5. Una volta aperto, l’armadio sputa nello spazio gli
elementi d’arredo necessari a un comfort che si lega con le necessità
dello spazio. Dunque si tratta di qualcosa facilmente trasportabile nel
momento del trasloco, e nello stesso tempo funzionale alle necessità di
chi deve abitare una casa. Un’idea nata alcuni anni fa, che finora ha
coinvolto nella progettazione dapprima l’azienda Nero Luce di Recanati,
poi la Desuite di Morrovalle e attualmente la Fratelli Eusebi di San
Benedetto. <L’idea di fondo è una – spiega il prof. Flora – e nasce
dalla verifica che le case attuali non sono più idonee ad essere
abitate. Siamo passati da case pensate per essere abitate a case
compresse negli spazi. Attualmente il mercato si orienta su spazi dai 50
agli 80 metri quadrati, non facili da essere attrezzati. Ora il
problema è pensare strutture in grado di ibridare le attività di studio e
lavoro, conciliate con le necessità del vivere. I destinatari del
nostro progetto sono le nuove generazioni: uno “scrigno” che moltiplica
gli spazi, capace di adattare lo spazio interno a seconda delle
esigenze>. C’è già un destinatario: il comune di Aliano, in provincia
di Matera, che sta attrezzando un appartamento destinato a una giovane
coppia.