Recensioni / Bernardo Valli racconta l'avventura di Matteo Ricci

Torna il libreria la straordinaria avventura del gesuita matteo Ricci, che nel 1583 arrivò in Cina facendo poi scoprire all'Occidente un altro mondo. La casa editrice Quodlibet propone una nuova edizione del celeberrimo Descrizione della Cina con un saggio di Filippo Mignini e la prefazione di Bernardo Valli. In sette pagine di straordinaria sintesi, Valli ricostruisce l'importanza storica del personaggio. Tanti gli aneddoti. Ricci fu campione in quell'arte della memoria che era considerata quasi sacra. A partire da un carattere cinese (wu, che significa guerra) costruì nella sua mente il cosiddetto "palazzo della memoria", entro il quale poteva contenere interi volumi. Poté esibire la sua potenza mnemonica a Nanchang, in un esame che consentiva ai cinesi di diventare mandarini. Sconvolse tutti, anche per la sua abilità nella lingua e calligrafia. Tanto che i nobili cinesi presero a interrogarsi sui reali motivi della sua presenza in Cina e si disse persino che il suo patrimonio provenisse dalla capacità di trasformare i metalli vili in oro. Alchimista lo fu davvero, ma in religione. Sostenne che il confucianesimo poteva convivere con la fede cattolica. Ma non fu creduto.